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Transizione ma non sulla pelle dei lavoratori. I ministri in pressing su Timmermans

Salvaguardia dei posti di lavoro, fondo europeo specifico per sostenere la transizione e un occhio di riguardo alle catene di approvvigionamento delle micro e piccole imprese. Il contenuto della lettera che i ministri Salvini, Urso e Pichetto hanno scritto al vicepresidente della Commissione Europea

Il vicepresidente della Commissione europea Frans Timmermans ha una lettera sulla sua scrivania. La missiva è stata firmata dai ministri dell’Infrastrutture Matteo Salvini, il ministro delle Imprese e del Made in Italy Adolfo Urso e il ministro dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica, Gilberto Pichetto Fratin. Il punto cruciale è la salvaguardia dei posti di lavoro, alla luce delle nuove linee assunte dall’Ue in materia di auto elettriche soprattutto.

Il documento 

“L’Italia è pienamente impegnata nella decarbonizzazione del settore del trasporto e nella riduzione delle emissioni dei veicoli leggeri”, dicono in premessa i rappresentanti dell’esecutivo. Pichetto, Urso e Salvini ricordano di aver da subito rimarcato “la necessità di rispettare il principio della neutralità tecnologica – si legge nella lettera – per garantire una transizione economicamente sostenibile e socialmente equa verso una mobilità a zero emissioni”. Per questo motivo “l’Italia ha sponsorizzato (insieme alla Germania) l’utilizzo di carburanti Co2 neutral per consentire immatricolazioni anche dopo il 2035”.

Il regolamento

“Abbiamo proposto il considerando 11 del nuovo regolamento Co2 in buona fede – prosegue la lettera dei tre ministri – e ci aspettiamo che la Commissione lo attui ben prima della revisione del 2026, proponendo un atto giuridicamente vincolante. Un impegno in tal senso da parte della Commissione, con l’indicazione di una tempistica, sarebbe molto apprezzato e permetterebbe di concludere positivamente il dossier”.

Considerando 11

Se si analizza il testo dell’emendamento al considerando 11 del regolamento in materia di emissioni, emergono almeno due passaggi significativi che in qualche misura corrispondono alla posizione assunta dal governo per bocca dei tre esponenti. “Gli obiettivi dei livelli rivisti di prestazione in materia di emissioni di C02 – recita il testo – dovrebbero essere accompagnati da una strategia europea per affrontare le sfide poste dall’aumento della produzione di veicoli a zero emissioni e delle tecnologie associate che consideri al contempo le specificità di ciascuno Stato membro, nonché dalla necessità di migliorare e riqualificare le competenze dei lavoratori del settore e di procedere alla diversificazione e riconversione economica delle attività mantenendo contemporaneamente i livelli occupazionali del settore automobilistico in Europa”. La salvaguardia dei posti di lavoro, insomma. Sì perché quella dell’automotive rappresenta per il nostro Paese una filiera strategica per la quale, con queste nuove regole Ue, il governo teme gravi ripercussioni.

Piccole imprese e fondi europei 

Un punto significativo della proposta di testo emendato riguarda il sistema delle piccole e medie imprese. “Particolare attenzione dovrebbe essere rivolta agli effetti che tale transizione avrà sulle micro e piccole imprese lungo la catena di approvvigionamento”. E “sarebbe necessaria una fonte di finanziamento specifica a livello dell’Unione per la transizione nel settore automobilistico al fine di affrontare in particolare gli eventuali effetti negativi sull’occupazione”.

Biocarburanti 

Tornando alla missiva, in conclusione, i ministri italiani tengono a rimarcare a Timmermans che l’Italia non accetterebbe “una interpretazione indebitamente ristretta da parte della Commissione del concetto di carburanti neutri”, con l’esclusione dei biocarburanti.



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