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L’altrovismo di Elly. La nuova frontiera della personalizzazione politica secondo Cangini

La neo-segretaria sembra intenzionata a trasformare l’elemento di debolezza rappresentato dall’essersi iscritti al partito solo poche settimane prima di prenderne il comando in un elemento di forza. Per Schlein “non esistono le correnti, non esiste il passato e la stessa esistenza del Pd può essere ragionevolmente messa in dubbio. Esiste solo il presente, e nel presente esiste solo un leader: Elly Schlein”

Non l’hanno vista arrivare, ma ora che è arrivata i capibastone del Pd hanno capito che con Elly Schlein il processo di personalizzazione della politica in corso da almeno un trentennio compirà un inatteso balzo in avanti. Un paradosso, per un partito che fino ad oggi ha fatto motivo di vanto della propria struttura “tradizionale” e che, esclusa la parentesi renziana, ha sempre contestato la retorica dell’uomo solo al comando. Un paradosso doppio, se si considera che Elly Schlein ha impostato l’intera campagna per le primarie parlando al plurale (il “noi” schleiano contrapposto all’“io” renziano) e rappresentandosi come alternativa naturale al renzismo.

Ma, tant’è. Forte del fatto di essere stata incoronata segretario non dagli iscritti, che in maggioranza hanno votato Stefano Bonaccini, ma dai cittadini comuni, Elly ha già rotto con i precedenti per cui almeno uno dei capigruppo in Parlamento veniva spesso lasciato alla minoranza interna. Lo fecero sia Renzi sia Zingaretti. La Schlein no, lei impone due fedelissimi: Chiara Braga alla Camera e Francesco Boccia al Senato.

Non solo. Seguendo la massima del generale cinese Sun Tzu, la neo-segretaria sembra intenzionata a trasformare l’elemento di debolezza rappresentato dall’essersi iscritti al partito solo poche settimane prima di prenderne il comando in un elemento di forza. Lo si è capito con chiarezza osservando la partecipazione del suo fedelissimo Marco Furfaro a Piazzapulita due settimane fa. A Corrado Formigli che lo incalzava ricordandogli la durezza esercitata dall’allora ministro dell’Interno del Pd Marco Minniti, Furfaro ha seraficamente risposto facendo spallucce: “A quei tempi io non c’ero”. Si è allora capito che sarà questa la cifra narrativa della neosegretaria: l’altrovismo. Qualsiasi cosa le venga chiesto sulle responsabilità politiche passate del Pd lei, sorridendo, risponderà: “E cosa c’entro io? Io a quei tempi non c’ero, io ero altrove”. C’erano i capicorrente che oggi la sostengono, ma per la Schlein le correnti non esistono. Non esistono le correnti, non esiste il passato e la stessa esistenza del Pd può essere ragionevolmente messa in dubbio. Esiste solo il presente, e nel presente esiste solo un leader: Elly Schlein. Ovvero, l’ultima frontiera del “nuovismo” in politica.

 

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