Skip to main content

Ecco il discorso che Berlusconi dovrebbe pronunciare in tv

Mi autonomino per una volta ghostwriter – non autorizzato, non riconosciuto e certamente inascoltato – di Silvio Berlusconi. Il mio abuso vuole essere un atto di simpatia perché i tanti difetti del Cavaliere non ne cancellano gli altrettanti meriti che gli vanno riconosciuti come imprenditore e come uomo politico. Berlusconi, nel bene come nel male, ha una personalità spiccata se messa a confronto con le “anime morte” che compongono lo scenario politico italiano, incapaci di vizi perché incapaci di virtù. Scrivendo la bozza di un discorso che il Cavaliere dovrebbe pronunciare in televisione a reti unificate, tento solo di dargli un consiglio – absit iniuria verbis – se mai il suo éntourage avrà voglia di leggere lo scritto e di segnalarglielo.

Miei concittadini,
mi rivolgo alle elettrici e agli elettori che mi hanno sostenuto nel corso dei vent’anni in cui il sottoscritto, imprenditore di successo, ha deciso di scendere in campo ed occuparsi della cosa pubblica per impedire che il potere politico finisse nelle mani degli ex comunisti, non per loro meriti ma in conseguenza di un attacco mirato delle Procure ai gruppi dirigenti dei partiti democratici che avevano ricostruito e difeso, in Italia, un sistema democratico a partire dall’immediato dopoguerra. L’establishment non mi ha mai perdonato questo servizio disinteressato e coronato di successo al mio Paese. In tutti questi anni, per dirlo con un’espressione evangelica, sono stato un “perseguitato dalla giustizia”. Ho dovuto difendermi in decine di processi poi finiti in una bolla di sapone, fino a quando sono stato condannato in via definitiva per evasione fiscale, nonostante che io sia – ecco il paradosso – il maggior contribuente italiano, in una società campione d’evasione. In proposito, ho ben poco da aggiungere. Il presidente del collegio che mi ha giudicato ha impiegato solo poche ore per gettare la maschera, come se non fosse stato in grado di dissimulare la propria soddisfazione.

“Ormai vivo in stato d’assedio, consapevole che i miei avversari giocano su di una scacchiera complessa che fornirà loro molte occasioni per impedirmi di fare politica, fino a privare la mia persona di ogni libertà. La loro prima mossa avrà come scenario la Giunta per le elezioni del Senato il 9 settembre, dove il Pd ha dichiarato che i suoi esponenti voteranno per la mia ineleggibilità, anche a costo di determinare, come reazione, la crisi del governo Letta a cui il centro destra ha assicurato un appoggio leale pur rivendicando un’adeguata attenzione alle sue posizioni (peraltro incluse nel programma dell’esecutivo). La Giunta del Senato è assolutamente abilitata, in sede giurisdizionale, a rivolgersi alla Corte Costituzionale sul tema controverso e cruciale della retroattività della legge Severino. Persino un esponente autorevole del Pd come Luciano Violante ha ammesso non solo la legittimità ma anche l’utilità di tale rinvio alla Consulta, ricordando che la conclamata legalità ricomprende anche il diritto alla difesa. Ma il Pd reagisce – la metafora mi pare tristemente felice – come quello scorpione il quale punge mortalmente la rana che lo porta sul dorso nel guado di un fiume profondo. Sa di annegare, ma non riesce a resistere all’istinto.

In questi giorni ha avuto molte riunioni con quelli del mio partito e con le persone che mi sono vicine. Soprattutto ho avuto modo di intessere un lungo dialogo con me stesso. Sono arrivato a riconoscere i miei difetti e ad ammettere i miei errori. Aveva ragione mia moglie Veronica Lario quando scrisse che io ero un uomo malato, che la mia ossessione per le donne, soprattutto se giovani e belle (si veda il caso del mio fidanzamento con una ragazza che potrebbe essere mia figlia se non addirittura mia nipote), era un tratto comune a tanti uomini della mia età che, con il potere, sono in grado di procurarsi quelle interessate attenzioni appartenute ad altre epoche e ad altre condizioni di vita. Ma quanti difetti o vizi o soltanto illusioni restano aspetti riservati e tutelati da quella privacy a cui anche un uomo pubblico ha diritto? Avete mai visto i militari della Guardia di Finanza occuparsi di quanto accade sotto le lenzuola di qualche leader di altri partiti sia esso etero od omosessuale? Io, in coscienza, so di non aver fatto del male a nessuna delle donne di cui mi sono contornato. Ho pagato i miei vizi con i miei soldi. Ho dovuto difendermi, però, da un assalto mediatico senza precedenti e per farlo ho dovuto anche mentire, chiedere di mentire e circondarmi di personaggi discutibili.

Che cosa d’altro avrei potuto fare quando delle attitudini di cui gli esseri umani subiscono una intrigante e penosa dipendenza, da che mondo è mondo, venivano trasformati, per me e solo per me, in reati oppure venivano diffuse le intercettazioni prive di qualunque rilievo penale, sui giornali di tutto il mondo? Tutto ciò premesso, voi miei concittadini, elettrici ed elettori, vi domanderete che cosa ho intenzione di fare nelle prossime ore. Non lascerò che la Giunta voti sulla mia eleggibilità. Il voto ostile annunciato dal Pd non determinerà nessuna reazione da parte mia e dei gruppi del mio partito nei confronti del governo Letta, a cui chiedo solo di essere più incisivo nel portare avanti il suo programma, ma che non ha alternative migliori. Non si mette riparo ad un’ingiustizia commettendone un’altra. Già altre volta vi ho invitato ad osservare bene le mie labbra mentre parlo. Fatelo anche adesso: IO MI DIMETTERÒ da senatore. Sopporterò le conseguenze di una condanna ingiusta. Poi, saldato il conto che mi vogliono far pagare, tornerò al mio posto di combattimento, se il popolo mi ridarà il suo sostegno e se l’Onnipotente me ne darà la forza e il tempo. Con la speranza (cito Abramo Lincoln) che “il governo del popolo, per il popolo, dal popolo non abbia fine sulla terra”.



×

Iscriviti alla newsletter