Skip to main content

Quanto è rischiosa la dipendenza dalla Cina sulle rinnovabili

Dopo aver tagliato i ponti con la Russia, ora sul campo delle rinnovabili l’Ue dovrebbe cominciare a rendersi indipendente dal Dragone. Un report del think tank Usa Carnegie

Adolfo Urso, ministro per le Imprese e il made in Italy, dando la linea all’intero governo, afferma che l’Europa la deve smettere di essere dipendente dalla Cina. Di questo è convinta anche Judy Dempsey, senior fellow del think tank Carnegie. Che in un editoriale, spiega tutta la pericolosità della dipendenza dal Dragone. Anche sul terreno delle rinnovabili (in Cina viene prodotto il 40 per cento del polisilicio globale, indispensabile alla realizzazione delle celle fotovoltaiche. E il 95% dei pannelli solari sul mercato ne contiene una parte.

“Il presidente Xi Jinping voleva rendere la Cina meno dipendente dal mondo e il mondo più dipendente dalla Cina. Questa visione della dipendenza è sbagliata. La globalizzazione ha creato molteplici forme di dipendenze. Per gli europei, in particolare per la Germania, il lato negativo è emerso quando Putin ha invaso l’Ucraina, evidenziando quanto l’Europa fosse diventata dipendente dal gas russo”, premette Dempsey.

Ora, “concentrandosi sulle energie rinnovabili, tuttavia, i governi rischiano di commettere lo stesso errore di dipendenza dalla Cina che hanno fatto con il gas russo. Ursula Von der Leyen ha sottolineato che Xi voleva che il Paese rafforzasse la dipendenza delle catene di produzione internazionali dalla Cina per formare una potente contromisura e capacità deterrente”. Secondo la presidente della Commissione, argomenta l’esperta, “questo è particolarmente vero quando si tratta di materie prime critiche come il litio o il cobalto, per settori come l’alta velocità ferroviaria e la tecnologia delle energie rinnovabili. O per la tecnologia emergente che è fondamentale per la futura sicurezza economica e nazionale, come l’informatica quantistica, la robotica o l’Intelligenza Artificiale”.

“Eppure alcuni paesi dell’Ue, in particolare la Germania, sembrano ignari del costo della dipendenza economica dalla Cina. È come se la crisi energetica e la dipendenza della Germania dal gas russo non avessero reso Berlino consapevole di come sta creando un’altra dipendenza, questa dalla Cina per i materiali delle terre rare. Forse perché l’Europa ha risposto alla crisi energetica diversificando le proprie fonti. Ma tuttavia, rispondere al controllo virtuale della Cina sui materiali delle terre rare, combinato con il suo immenso potere economico e politico, è molto più difficile”. Insomma, “finora, l’Ue ha difeso l’Ucraina e si è opposta a Putin. Ora non può permettere che Cina crei le condizioni per una dipendenza dell’Europa.”

×

Iscriviti alla newsletter