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L’equo compenso e il metodo della maggioranza. Parla Malagola (FdI)

Con 213 voti favorevoli passa la legge per l’equo compenso ai professionisti. La norma riguarda le aziende con 5o dipendenti o che hanno un fatturato da 10 milioni di euro. Il segretario della commissione Lavoro alla Camera: “Mi aspetto che il mercato del lavoro pian piano si allinei a un innalzamento degli onorari per i liberi professionisti e che recepisca le indicazioni contenute nella norma”

“Il governo Meloni è riuscito dove molti altri prima avevano fallito. L’equo compenso per i liberi professionisti è un’ulteriore dimostrazione della concretezza di questo governo”. Ne è convinto il segretario della commissione Lavoro pubblico e privato, Lorenzo Malagola, deputato di Fratelli d’Italia. Il via libera alla Camera è arrivato con larghissima maggioranza: 213 voti a favore, 59 astenuti e nessun voto contrario. In estrema sintesi, il testo impone alle imprese bancarie e assicurative (e loro controllate e mandatarie) e alle aziende con più di 50 dipendenti, o con un fatturato di oltre 10 milioni, di versare al professionista a cui affidano incarichi un compenso equo, “proporzionato alla quantità e alla qualità del lavoro” e “conforme ai parametri ministeriali” per la determinazione delle remunerazioni. C’è di più, questa legge impone “un’assunzione di responsabilità anche per lo Stato”.

Malagola, una legge che “unisce” su un tema molto sentito dai professionisti e non solo. Come cambierà ora il mondo del lavoro?

Mi aspetto che il mercato del lavoro pian piano si allinei a un innalzamento degli onorari per i liberi professionisti e che recepisca le indicazioni contenute nella norma. Peraltro ho detto che questa legge rappresenta un’assunzione di responsabilità anche per lo Stato perché si applicherà a tutta la Pubblica amministrazione, oltre che alle grandi imprese con un fatturato di 10 milioni di euro, o con 50 addetti.

Sulla parte statale che riverberi prevede?

Lo Stato, a seguito dell’approvazione di questa legge, non potrà più “sfruttare” la propria forza negoziale con i liberi professionisti. In generale, i contraenti forti dovranno riconoscere la qualità, oltre che la quantità, delle prestazioni erogate.

Il plauso del mondo delle professioni è senz’altro unanime. Da parte dei sindacati che reazione si aspetta?

Le parti sociali non potranno che apprezzare una legge di questo tipo: si tratta, nella sostanza, di una tutela ulteriore per centinaia di migliaia di liberi professionisti che si affacciano al mercato del lavoro. Come effetto indiretto ciò significa poter pianificare la propria vita, la propria crescita professionale e personale anche in ottica familiare. Penso che questa legge, in qualche modo, incentiverà anche la maternità.

Larghissima maggioranza a sostegno della legge, ma il Pd parla di occasione mancata. 

Il Pd si è astenuto, ma secondo me più che altro per marcare una distanza rispetto a una norma che avrebbero voluto approvare loro. Il lavoro per questa legge è stato molto largo e ha trovato l’appoggio sostanzialmente di tutte forze politiche.

Una legge che strizza l’occhio a sinistra approvata da un governo di centrodestra?

Direi più che altro una concretizzazione di una visione conservatrice a 360 gradi che al nostro Paese è sempre mancata in termini di cultura di governo. Giorgia Meloni sta dando concretezza a questo approccio che fa convivere equità sociale e e libero mercato.

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