È iniziato il viaggio della sonda Juice verso Giove, dove studierà le lune giacciate del gigante gassoso alla ricerca di segnali che possano indicare la presenza (passata o presente) di vita. L’arrivo sull’obiettivo della sonda è previsto per il luglio 2031, dopo un viaggio di otto anni
Partita Juice, l’ambiziosa missione dell’Agenzia spaziale europea con obiettivo Giove. Dallo spazioporto europeo della Guyana francese è infatti decollato un razzo Ariane 5 con a bordo la sonda Jupiter icy moons explorer (Juice), che ha iniziato il suo viaggio di otto anni verso il gigante gassoso del nostro sistema solare, dove studierà in maniera approfondita le tre grandi lune oceaniche che orbitano intorno al pianeta, Ganimede, Callisto ed Europa, le dimensioni dei quali assomigliano a quelle del pianeta Mercurio. L’arrivo sull’obiettivo della sonda è previsto per il luglio 2031, dopo aver effettuato due sorvoli gravitazionali della Terra, ben quattro nel sistema Terra-Luna e di Venere.
La missione
La missione rappresenta un programma ambizioso, indirizzato verso il sistema Solare esterno. La sonda è caratterizzata da una potente suite di strumenti di telerilevamento, geofisici e in situ per scoprire di più sui tre mondi di Ganimede, Callisto ed Europa per scoprire di più su questi corpi celesti. In particolare la missione esplorerà la possibilità che queste lune possano essere potenziali habitat di vita passata o presente. Juice monitorerà in profondità il complesso ambiente magnetico, radiativo e plasmatico di Giove e la sua interazione con le lune, studiando il sistema di Giove come archetipo dei sistemi di giganti gassosi nell’Universo.
L’Ariane 5
Il lanciatore Ariane 5 è un programma dell’Esa realizzato in collaborazione dall’industria e dalle istituzioni di dodici Stati partner europei, guidati da ArianeGroup, responsabile per lo sviluppo, la produzione e la preparazione del lanciatore al decollo, gestito da Arianespace. Per Stéphane Israël, amministratore delegato di quest’ultima “È un onore aver effettuato questo lancio iconico e poter contribuire a migliorare la comprensione delle condizioni necessarie per la formazione della vita”. Al termine di questa missione, rimarrà solo un Ariane 5 da lanciare, prima che l’Ariane 6 subentri per le missioni istituzionali europee e per le esigenze in rapida crescita del mercato commerciale
Il contributo italiano
Anche il nostro Paese collabora a questa storica impresa, attraverso il coordinamento dell’Agenzia spaziale italiana (Asi) e la supervisione scientifica dell’Istituto nazionale di astrofisica (Inaf). Come raccontato dal presidente dell’Asi, Giorgio Saccoccia. “Siamo protagonisti anche di questa missione e il contributo dell’Italia sfiora circa il 50% dell’intero programma”. Dal lato industriale, Leonardo partecipa avendo realizzato gli “occhi” della sonda Juice, la camera ad alta risoluzione Janus e l’iperspettrale di Majis, oltre ai pannelli solari che forniranno l’energia al sistema. Thales Alenia Space ha invece realizzato lo strumento Radar sounder for icy moons exploration (Rime) insieme all’università di Trento e con il contributo del Jpl della Nasa, e al Ka Translator (KaT) dello strumento 3GM insieme con La Sapienza di Roma. Telespazio (joint venture Leonardo 67%, Thales 33%), attraverso la controllata Telespazio Germany, fornisce supporto ingegneristico e operativo al Centro europeo per le operazioni spaziali dell’ESA (Esoc). Francesco Rizzi, Responsabile del business Spazio & Optronica di Leonardo, ha commentato come “sono proprio missioni come Juice che spingono lontano le frontiere della tecnologia e della conoscenza umana, e incoraggiano i giovani a raccogliere le nuove sfide dello spazio.”
Anche Avio ha contribuito al successo dell’Ariane 5 tramite i due booster a propellente solido P230, che forniscono circa il 90% della spinta del razzo al decollo, e due turbopompe per l’ossigeno liquido del motore Vulcain, interamente prodotta con la nuova catena di approvvigionamento e integrata negli stabilimenti a Colleferro, alle porte di Roma. Per Giulio Ranzo, ad di Avio ha dichiarato, “con Vega C e Ariane 6, l’Europa continuerà ad avere un accesso indipendente allo spazio profondo nel prossimo futuro”.