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Altro che “pausa”. Musk crea la sua società di Intelligenza artificiale

In barba alla lettera da lui firmata, in cui si chiedeva una moratoria di sei mesi allo sviluppo di IA generativa, Elon Musk registra X.AI, una società che dovrebbe inserirsi nel suo progetto di “super-app”: in un’unica applicazione social network, messaggi, pagamenti, e a questo punto anche un chatbot tipo Gpt-4. Un progetto che darebbe un senso al (finora) disastroso investimento in Twitter

Elon Musk lancerà una start-up di intelligenza artificiale per fare concorrenza a OpenAi, la società che contribuì a fondare nel 2015 e da cui uscì molto rumorosamente nel 2018. OpenAi nel frattempo ha lanciato ChatGpt e diffuso la versione 4 di Gpt, creando una rivoluzione nel mondo dell’IA generativa e costringendo le altre realtà del settore a una corsa forsennata per non perdere terreno.

Il capo di Tesla, SpaceX, Boring Company, Neuralink e Twitter – non pago dei suoi attuali impegni – sta mettendo in piedi una squadra di ricercatori e ingegneri esperti nell’intelligenza artificiale, e cercando finanziatori. La mossa si inquadrerebbe nel tentativo di Musk di “resuscitare” uno dei suoi primi progetti, “X.com”, una banca online nata nel 1999 che fu poi incorporata in Paypal. Fu proprio la vendita della piattaforma di pagamenti a eBay per 1,5 miliardi di dollari a garantire il primo sostanziale gruzzolo a Musk e alla “Paypal mafia”, un gruppo di circa 15 imprenditori che include Peter Thiel (fondatore di Palantir), Reid Hoffman (fondatore di LinkedIn) e tre fondatori di Youtube.

Oggi Musk punta alla creazione di una “super-app” simile alla cinese WeChat, un social network che consenta anche lo scambio di messaggi, la pubblicazione di contenuti audio e video, i pagamenti, i prestiti, e una serie di altre funzioni. Per questo ha cambiato il nome di Twitter in X Corp nei documenti aziendali, e ha costituito una nuova società denominata X.AI, scrive il Financial Times, con la quale si sarebbe già assicurato un gran numero di processori Nvidia che garantiscano elevata potenza computazionale, per costruire un large language model simile a quelli di OpenAi e Google.

Una mossa accelerata che darebbe un senso al finora disastroso investimento da 44 miliardi $ in Twitter – che ufficialmente vale già meno della metà, ma ufficiosamente anche meno – in aperto contrasto con la lettera da lui co-firmata in cui chiedeva di una moratoria di sei mesi nello sviluppo e la ricerca dell’Ai generativa, nonché con i suoi vari allarmi sui pericoli di questa nuova tecnologia. In un Twitter Spaces degli scorsi giorni, Musk ha parlato di Dojo, il supercomputer di Tesla, usato per addestrare il sistema di guida autonoma dei suoi veicoli (Autopilot). Non è escluso che i dati di Twitter saranno usati per istruire il large language model di X.Ai.

Così confermando il retroscena che circolava dalle parti di OpenAi, ovvero che Musk avesse voluto “bucare il pallone” di Sam Altman (l’amministratore delegato) quando ha capito che non avrebbe controllato lui stesso la società. Il fumantino imprenditore voleva usare Tesla come “motore” della prossima generazione di Intelligenza artificiale grazie ai grandi investimenti su Autopilot. Solo che nel frattempo la guida autonoma non è arrivata ai livelli che sperava, e OpenAi ha fatto un balzo storico grazie all’ingresso di capitali privati (solo Microsoft ci ha messo 10 miliardi $).

Il mercato negli ultimi mesi si è saturato: Google, Amazon e altri hanno investito in start-up come Anthropic, Adept e StabilityAi, che hanno raccolto miliardi di dollari. Musk riacquisterà il tocco magico che pareva svanito con l’acquisizione di Twitter?

(L’immagine di copertina è stata generata con Midjourney AI)

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