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Xi chiama Zelensky. Quanto si è parlato di pace e di Russia

La tanto attesa telefonata è arrivata e si porta con sé un messaggio che il leader cinese indirizza innanzitutto ai partner ex sovietici, evitando considerazioni russo-centriche, spiega Sciorati (UniTrento/Ispi). Zelensky limita il colloquio alle relazioni bilaterali. Mosca fredda

La telefonata del leader cinese, Xi Jinping, a Kiev è arrivata. Era attesa sin dal viaggio a Mosca di Xi — già usata dalla narrazione del Partito/Stato per giustificare il posizionamento neutrale di Pechino sul dossier.

Cosa dice Kiev

Il presidente ucraino, Volodymyr Zelensky, che aveva già espresso apertura e posizioni favorevoli riguardo al dialogo con Pechino per cercare di “fermare Vladimir Putin”, ha raccontato sinteticamente il colloquio su Twitter, sottolineando un’ottica di relazioni bilaterali.

“Ho avuto una telefonata lunga e significativa con il presidente cinese Xi Jinping. Credo che questo colloquio, così come la nomina dell’ambasciatore ucraino in Cina, darà un forte impulso allo sviluppo delle nostre relazioni bilaterali”, ha scritto Zelensky. Non è citato un ruolo cinese sul conflitto.

Narrazioni e interessi

Pechino, in occasione del primo anno di guerra, aveva fatto circolare un documento di posizionamento sulla situazione che alcune interpretazioni — strumentalmente o ingenuamente — ancora identificano come “piano di pace”. Difficile definirlo tale però.

Sia perché la Cina ha interessi nell’evitare qualsiasi genere di risultato negativo per la Russia — e una pace adesso, con Mosca che non è riuscita nell’intento auspicato né di conquistare il Paese sul campo, né di innescare un cambio di amministrazione a Kiev — sarebbe tutt’altro che un successo per Putin. Sia perché per parlare di pace occorrerebbe sentire entrambe le parti in modo bilanciato — e invece Xi ha scambiato più volte punti di vista con Putin, è stato per tre giorni a Mosca, ma dal 22 febbraio 2022 a oggi ha parlato solo una volta con Zelensky.

Cosa dice Mosca

Dalla Russia ha parlato la portavoce del ministero degli Esteri, sostenendo che gli “sforzi” di Pechino sono “un bene”. È praticamente certo che Putin sapesse in anticipo della telefonata, e che con Xi abbiamo anche in qualche modo discusso dei temi concreti e della linea pubblica. “Discusso” non significa concordato.

Putin è consapevole che Xi dovesse fare quella chiamata. È stato pressato dai vari leader europei che ha incontrato nelle ultime settimane; ha davanti il rilancio della candidatura di Joe Biden e non può affidare al suo rivale tutti i dossier globali; ha da gestire l’imbarazzo per le parole sgangherate dell’ambasciatore in Francia. Inoltre, con la controffensiva ucraina che sta partendo, l’ingresso cinese nella partita diplomatica adesso potrebbe servire anche a Mosca (per vedere rallentate le iniziative sul campo).

Cosa dice Pechino

A differenza del readout più ristretto fornito da Kiev, e del conciso commento di Mosca, Pechino ha fatto circolare più informazioni — anticipata attraverso le dichiarazioni del direttore generale degli Affari europei al ministero degli Esteri cinese. “Il presidente Xi ha affermato che il rispetto per la sovranità e l’integrità territoriale è il fondamento politico delle relazioni tra Cina e Ucraina”, dice il funzionario. “La Cina — aggiunge — rappresenta la pace; il dialogo è l’unica via d’uscita per la crisi ucraina e nessuno vince una guerra nucleare”.

Se il secondo blocco è classico, retorico e per altro ripete l’uso della parola “crisi” per evitare una semantica che non piace al Cremlino — “la guerra” — il secondo è più interessante. Seppur vago, il riferimento alla sovranità e integrità territoriale è una frecciata a Putin. Ci sono spazi per eccezioni, è chiaro, ma la riaffermazione dei due principi è un elemento importante visto che è Mosca ad averli violati con l’invasione — e con le precedenti annessioni delle aree occupate, dalla Crimea al Donbas.

L’iniziativa cinese

Il ministero degli Esteri annuncia anche che la Cina manderà l’inviato speciale per gli affari eurasiatici — ruolo finora occupato dall’ambasciatore Li Hui — in Ucraina e in altri Paesi (probabilmente la Russia) per una comunicazione approfondita con tutte “le parti” sulla soluzione politica della “crisi”.

“In qualità di grande Paese responsabile, la Cina si impegna a svolgere un ruolo costruttivo per la pace”, dice il funzionario governativo, mentre dall’annuncio lascia sottintendere che, una volta in Ucraina, l’inviato cinese parlerà anche con i fantocci del Cremlino che amministrano le province occupate.

I punti di Xi

Xi nel dialogo con Putin ha fatto riferimento a “quattro dovrebbero”, “quattro [punti] comuni”, “tre punti di riflessione”. I “dovrebbero” da essere rispettati sono: la rigorosa osservanza del diritto internazionale universalmente riconosciuto (inclusa la Carta delle Nazioni Unite), la sovranità, l’indipendenza e l’integrità territoriale. I quattro punti comuni: sostenere tutti gli sforzi per risolvere pacificamente la crisi, opporsi all’uso o alla minaccia di armi nucleari, lavorare insieme per garantire la stabilità della catena di approvvigionamento globale e industriali, fornire soccorso ai civili nelle aree di crisi. Le riflessioni: nessun vincitore in conflitti o guerre, nessuna soluzione semplice a problemi complessi, il confronto tra le maggiori potenze deve essere evitato.

Il messaggio di Xi

Secondo Giulia Sciorati, ricercatrice Ispi, esperta di Cina e relazioni con Eurasia dell’Università di Trento, la tanto attesa telefonata lancia un messaggio preciso ai partner della Cina nello spazio post-sovietico, soprattutto ai vicini dell’Asia centrale. “Nonostante le recenti dichiarazioni provenienti dal corpo diplomatico cinese che mettevano in discussione la legittimità della sovranità nazionale dei Paesi dello spazio post-sovietico, Pechino, con questo scambio, reitera quella ‘neutralità’ che ne ha caratterizzato l’approccio alla guerra fin dagli albori del conflitto, continuando a fare il possibile per evitare di propendere da una parte o dall’altra”, spiega a Formiche.net.

“L’assenza dai resoconti ufficiali sulla conversazione tra i due leader di menzioni russocentriche sulla sicurezza nazionale è infatti un’ulteriore evidenza del tentativo cinese di ribilanciare la propria posizione sull’Ucraina e, più in generale, il proprio ruolo di potenza che sostiene la sovranità nazionale e l’integrità territoriale di tutti quei Paesi che un tempo facevano parte dell’Unione sovietica”, aggiunge.

E anche le sottolineature sul ruolo di “potenza responsabile” vanno in questo senso, con il messaggio di Pechino che si allarga agli interlocutori globali. La Cina potrà  rivendicare di aver mosso tutte le carte possibili, dando la responsabilità di mediare alle parti e costruendosi il ruolo di facilitatore del dialogo. “Tutte le parti interessate dovrebbero mantenere la calma e la moderazione, considerare veramente il proprio futuro e quello di tutta l’umanità, e lavorare insieme per gestire e controllare la crisi”, dice il readout cinese (si parla nello specifico delle armi atomiche, ma il concetto è ampio).

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