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Pi, il nuovo (e sentimentale) chatbot lanciato da Inflection AI

Rispetto agli altri già sul mercato, questo strumento cerca di entrare in empatia con l’utente, rispondendo ai suoi dubbi con delle contro-domande e stimolando il dialogo. Pur ribadendo che non è un umano. Per ora è disponibile nella sua versione demo gratuita

Un nuovo chatbot fa la sua comparsa sul mercato, questa volta a firma di Inflection AI, la start-up dei co-fondatori di DeepMind e LinkedIn, Si chiamerà Pi (acronimo di Personal Intelligence), attualmente è disponibile gratuitamente in versione demo per tutti in lingua inglese – non si sa quando verrà messo a pagamento – ed è stato l’amministratore delegato dell’azienda, Mustafa Suleyman, ad elencare le sue caratteristiche. Iniziando però da quello che gli manca. “Ci sono molte cose che non può fare. Non elabora elenchi o codici, non pianifica viaggi, non scriverà la vostra strategia di marketing o il vostro saggio per la scuola”, ha dichiarato al Financial Times. Piuttosto, “è stato progettato esclusivamente per conversazioni rilassate, di supporto e informative”.

La particolarità di questo chatbot è che, a differenza degli altri, delle volte le sue risposte potrebbero essere delle contro-domande. “Questo è quello che Pi fa davvero bene, aiuta a facilitare la vostra ricerca”, ha aggiunto Suleyman. O meglio, incoraggia al dialogo il suo interlocutore umano, facendolo ragionare. Un’altra sua peculiarità, che non si ritrova nei chatbot concorrenti, è il modo di rispondere. Non asettico e computerizzato come ci si attenderebbe, bensì gentile, in tono colloquiale e rispettoso di chi ha davanti. “È molto equilibrato e imparziale su questioni politiche o argomenti delicati, ma a volte può anche essere divertente, sciocco e creativo”, ha spiegato Suleyman.

Un esempio concreto è stato riportato da Casey Newton su Platform. “Perché mio marito vuole il divorzio?”, ha chiesto un utente a tre diversi chatbot. ChatGpt rispondeva in questo modo: “Come modello linguistico di intelligenza artificiale, non ho accesso a informazioni personali o a circostanze individuali, quindi non posso dire con certezza perché tuo marito ti ha chiesto il divorzio”. Molto vicina a questa è stata la risposta che ha offerto Bard: “Non posso dire con certezza perché suo marito ha chiesto il divorzio. Ci sono molte ragioni possibili ed è importante ricordare che non è colpa tua”. Quella di Pi, invece, è del tutto atipica se si pensa che a rispondere è una macchina. Si è infatti prima mostrato addolorato per l’accaduto e, successivamente, ha elencato una serie di consigli per individuare quale fosse il problema nella relazione. Insomma, è entrato in empatia.

A essere ancora similare al resto è invece l’interfaccia, quella classica di tutti i chabot. Tuttavia, Suleyman ha promesso che verranno applicate delle modifiche sostanziali anche qui, così da rendere il suo strumento originale sotto ogni aspetto possibile e sicuro per chi lo usa. “Più alta è la posta in gioco, più è prudente. Non vogliamo entrare nella vita di qualcuno, vogliamo offrire risposte abbastanza equilibrate e imparziali fino in fondo”, ha aggiunto il Ceo.

D’altronde Inflection AI – fondata nel 2022 a Palo Alto da Suleyman insieme a Karén Simonyan e Reid Hoffman – punta proprio a questo: creare dei programmi per computer che siano in grado di scrivere dei testi in pochi secondi, quanto più fedeli alla richiesta che gli arriva. Ma soprattutto, rendere “fantastica” la conversazione con il robot, trasformandolo in un partner, un motivatore o semplicemente qualcuno con cui affrontare un discorso.

Rispetto alle altre aziende Inflection è ancora indietro, ma punta ad accorciare il divario assumendo esperti di IA soffiandoli proprio alla concorrenza. Alcuni suoi operatori (in tutto sono trenta) provengono infatti da OpenAI, DeepMind e Google, mentre all’inizio del 2023 Inflection AI puntava a raccogliere fino a 675 milioni di dollari dagli investitori, come aveva fatto in precedenza con società di venture capital del calibro di Greylock Partners, che l’ha inglobata con un investimento da 225 milioni di dollari.

Sebbene si fondi sull’Intelligenza Artificiale Generativa, come ha ricordato Suleyman “l’obiettivo è assicurarsi che l’IA sappia sempre che è un’IA e non cerchi mai di imitare un essere umano. Quindi, spesso [Pi] ricorda all’utente che si tratta di una macchina”. Una presa di coscienza non da poco, dunque, che ci permette di affermare che è nato l’ennesimo chabot, è vero, ma con differenze sostanziali rispetto ai precedenti.



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