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Debito americano, alla Cina conviene tifare per Washington

Un eventuale default del bilancio federale americano spingerebbe il mondo intero, Dragone incluso, verso la recessione, oltre a creare seri problemi di svalutazione monetaria. Yellen lo sa e continua a tessere la sua tela​

La Cina tifa Stati Uniti. A qualcuno verrà da strabuzzare gli occhi, ma non è un’affermazione poi così assurda. A Washington sono ore difficili, mancano poco più di tre settimane alla fatidica scadenza del primo giugno: se per quella data repubblicani e democratici non avranno trovato l’accordo sul tetto al debito, saranno guai seri. Il bilancio federale sarà privo di coperture e molti capitoli di spesa andranno inevitabilmente tagliati.

A Pechino, qualcuno potrebbe gioire. Vedere la prima economia globale, ora alla prese anche con un costo del denaro al 5% dopo l’ultimo blitz della Fed, ripiegare su se stessa non capita tutti i giorni. E invece no, c’è poco da stare allegri. Anche il Dragone ha da perderci con una crisi del debito americana. Lo dicono gli stessi media cinesi, per i quali “la decisione degli Stati Uniti di mantenere il limite del debito nazionale di 31,4 trilioni di dollari (dunque di non alzare il tetto al debito, ndr) farebbe scendere il prezzo dei titoli di Stato americani, sconvolgendo il mercato internazionale del debito e rallentando persino l’economia mondiale”.

“Il mancato innalzamento del tetto del debito da parte degli Stati Uniti diminuirebbe il valore dei titoli del Tesoro americano detenuti dalla Cina”, ha dichiarato Denny Roy, senior fellow presso il think tank East-West Centre alle Hawaii. “Più in generale, potrebbe spingere l’economia globale verso una recessione che danneggerebbe anche la Cina. E una minaccia al valore dei suoi titoli del Tesoro Usa spingerebbe la Cina a ridimensionare ulteriormente le sue riserve”. Insomma, a Pechino non conviene sperare che gli Stati Uniti finiscano a gambe all’aria.

Nel mentre, il segretario al Tesoro americano, Janet Yellen, continua a tessere la sua tela. Esortando il Congresso Usa a trovare in fretta un accordo per aumentare il tetto. Di bisticcio in bisticcio, repubblicani e democratici hanno per mesi tirato la corda nonostante il limite dei 31.381 miliardi di dollari fosse già stato raggiunto lo scorso 19 gennaio. Il segretario al Tesoro ha lanciato il suo ultimatum: se l’intesa non verrà raggiunta in fretta, il primo giugno l’America andrà in default.

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