Skip to main content

​Paradossi cinesi, abbattere i tassi mentre il mondo li alza

Ad aprile il costo della vita in Cina si è portato allo 0,1%, ai minimi da tre anni. I cinesi non consumano e non spendono come dovrebbero e per questo chiedono anche meno credito alle banche. Ma così l’economia ristagna. Ora non c’è altro da fare che mettere mano ai tassi, sempre che funzioni

Forse è presto per mettere in discussione il target di crescita del 5% annuo, minimo sindacale del Partito comunista cinese chiesto alle imprese cinesi. Ma se l’andazzo dovesse essere questo, allora presto i dubbi potrebbero cominciare a farsi largo. Il fatto è che la Cina, in perenne lotta con il suo stesso debito, non cresce come dovrebbe. Batte la fiacca, perché i cinesi consumano troppo poco, mantenendo la domanda anemica e l’inflazione bassa. Troppo.

Lo dicono i numeri e tanto basta. Ad aprile i prezzi al consumo cinesi sono cresciuti, mentre i prestiti sono crollati, fornendo un’ulteriore prova al mercato che la ripresa dell’economia sta frenando e alimentando le aspettative di maggiori stimoli da parte della Pboc. Tradotto, mentre le banche centrali di mezzo mondo alzano i tassi per frenare l’inflazione, in Cina con ogni probabilità il costo del denaro dovrà essere ulteriormente abbassato, per permettere un maggior flusso di denaro nell’economia per tentare di surriscaldare la domanda.

Più nel dettaglio, lo scorso mese il costo della vita in Cina è sceso allo 0,1%, a un passo dalla deflazione (era dello 0,7% a marzo), quando il mercato scommetteva su uno 0,4%, ha dichiarato il National Bureau of Statistics. Quello che preoccupa è il trend, visto che i prezzi in Cina sono in discesa da ben sette mesi consecutivi. Quello di aprile, poi, è il calo più marcato da maggio 2020 a causa dell’indebolimento dei prezzi delle materie prime. I materiali di produzione accelerano al ribasso (-4,7% rispetto a -3,4%), a causa di un calo più rapido dei prezzi di lavorazione (-3,6% rispetto a -2,8%), delle materie prime (-6,3% rispetto a -4,2%) e delle estrazioni (-8,5% rispetto a -4,7%).

Separatamente, i dati della People’s Bank of China hanno mostrato che il credito e i nuovi prestiti sono stati molto peggiori del previsto ad aprile, poiché i consumatori e le imprese hanno ridotto i loro finanziamenti: consumano meno e chiedono meno denaro alle banche. Ma così è una spirale pericolosa, perché senza domanda e senza liquidità nell’economia, il Paese rimane fermo. “I dati sul credito cinese sono stati ben al di sotto delle stime, rafforzando le preoccupazioni sulla sostenibilità della ripresa post-Covid”, ha affermato Zhou Hao, capo economista di Guotai Junan International Holdings. Non c’è che un’unica strada, abbattere i tassi. Sempre che funzioni.

 

×

Iscriviti alla newsletter