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L’uomo giusto al posto giusto

Con la nomina di Mario Pescante a presidente del Comitato promotore della candidatura, sono notevolmente aumentate le possibilità che venga assegnata a Roma l’organizzazione dell’Olimpiade del 2020.
Oltre che presidente, Pescante svolge anche le funzioni di ministro degli Esteri e di rappresentante fisso presso l’Onu, a dimostrazione della credibilità e del prestigio goduto tra tutti i Paesi membri del Cio – Comitato olimpico internazionale.
Pur con una precisa identità, avendo svolto le funzioni di sottosegretario con delega allo Sport e svolgendo attualmente quelle di presidente della commissione parlamentare per le Attività comunitarie, Pescante nasce e ha sempre operato dentro il movimento sportivo, che rappresenta al meglio quale importante settore della società civile, in un sano rapporto con la politica.
 
Le più grandi manifestazioni sportive svoltesi in Italia negli ultimi 20 anni, le uniche senza strascichi giudiziari e nel rispetto dei bilanci economici preventivati, con grandi risultati tecnici e spettacolari, sono state l’Olimpiade invernale di Torino 2006 e i Giochi del Mediterraneo di Pescara 2009, ed in entrambe le manifestazioni Pescante ha operato, subentrando in corsa come Commissario, quando si sono manifestate difficoltà tali da mettere in dubbio lo svolgimento delle manifestazioni stesse.
Sia a Torino che a Pescara, senza alcuna remora o pregiudizio, sono state sollecitate ed utilizzate, per la comune finalità sportiva e nell’interesse del Paese, capacità e personalità ad istituzioni di diverso orientamento politico, talora anche contrapposto.
Questi precedenti fanno ben sperare che anche sulla candidatura di Roma 2020, sia possibile far coagulare tutte le forze politiche, sociali ed economiche del Paese, superando ogni gretto interesse di parte, con l’aiuto e la collaborazione degli altri membri italiani Cio, Franco Carraro, Ottavio Cinquanta, Francesco Ricci Bitti e Manuela Di Centa.
 
L’esperienza ci insegna come, operando le persone giuste, al posto giusto e nel momento giusto, siano possibili in campo sportivo, rapporti, solidarietà e collaborazioni impensabili in altri settori (da ultimo vedasi l’unificazione delle Rappresentative sportive israeliana e palestinese).
L’onestà, la lealtà, il rispetto degli uomini e delle leggi, nella pacifica competizione agonistica, sono i valori fondanti dell’attività sportiva, momenti di crescita individuale e collettiva finalizzata anche al conseguimento di un risultato tecnico ottimale.
Chi vive nel mondo dello sport, avendone assimilato e condiviso i valori, ha la sensibilità necessaria per riconoscere chi ne è autentico portatore.
Il segreto del successo di Pescante, che con il concorso ed il consenso di tutto il Paese speriamo possa far rivivere a Roma nel 2020 le stesse gioie ed emozioni del 1960, è quello di essere rimasto, pure ai vertici dello sport mondiale, lo stesso ragazzo che nel 1957 vinceva all’Olimpico il titolo nazionale studentesco sui 1000 metri e nel 1960, dopo aver corso la sua frazione di tedoforo, prestava insieme ad altre centinaia di ragazzi volontari la sua gratuita opera di appassionato dello sport.


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