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Il metodo einaudiano e il digitale. Valentini all’Osservatorio della Fondazione

Aiutare la classe dirigente a cogliere, con cognizione di causa, le opportunità che la rivoluzione digitale offre all’Italia. Questo è l’obiettivo dell’Osservatorio digitale lanciato dalla fondazione Luigi Einaudi nel corso del convegno di questa mattina. Il viceministro alle Imprese: “Gli strumenti digitali sono e ancor più saranno la leva determinante per promuovere lo sviluppo delle nostre imprese sui mercati nazionali e internazionali, e anche per tutelare il made in Italy”

Cogliere al meglio le opportunità della rivoluzione digitale. Questo è l’obiettivo che si pone di raggiungere l’Osservatorio digitale lanciato dalla fondazione Luigi Einaudi questa mattina nel primo appuntamento convegnistico organizzato in collaborazione con Oliver Wyman. L’appuntamento – dal titolo “Digitalizziamo l’Italia” – è il primo di una serie di incontri tra istituzioni e stakeholder che segna l’avvio del nuovo osservatorio.

“La società sta diventando ibrida, il digitale ha effetti dirompenti – ha detto nel corso del suo intervento il viceministro alle Imprese e al Made in Italy, Valentino Valentini – . Crea grandi aspettative e al tempo stesso grandi timori. Sono perciò necessarie linee guida condivise a livello internazionale che orientino lo sviluppo e la progressione di questa rivoluzione epocale. Gli strumenti digitali sono e ancor più saranno la leva determinante per promuovere lo sviluppo delle nostre imprese sui mercati nazionali e internazionali, e anche per tutelare il made in Italy, infatti servono per proteggere le filiere dai processi di contraffazione, per ottimizzare i processi produttivi, per rafforzare il controllo di qualità dei prodotti, così come per ottimizzare la logistica e la sostenibilità energetica”.

Il viceministro ha poi parlato dell’importanza di favorire la digitalizzazione come volano di sviluppo per le imprese rimarcando le azioni già promosse dall’attuale esecutivo. “Abbiamo creato – prosegue Valentini –  come ministero, una rete di centri di trasferimento tecnologico che vuole essere più capillare e alla cui estensione ha contribuito il Pnrr con uno stanziamento di 350milioni di euro nell’ambito della missione 4.2 “Dalla ricerca all’impresa”. “Si tratta di 8 competence centers – riprende Valentini – impegnati in progetti di ricerca applicata, di trasferimento tecnologico e formazione sulle tecnologie più avanzate, ai quali affiancheremo 13 European Digital Innovation Hubs e 24 poli europei di innovazione digitale”.

Tutto questo “consentirà alle imprese, soprattutto Pmi, di accedere a tecnologie innovative e a competenze digitali avanzate. Sempre nelle misure volte a favorire la digitalizzazione rientra il piano transizione 4.0, attraverso una serie di crediti d’imposta favorisce l’acquisto i beni materiali e immateriali, oltre alle attività di ricerca e sviluppo e di innovazione”. Di questi contributi, riprende il viceministro, hanno beneficiato finora 150 mila imprese e auspichiamo che questo numero possa crescere in futuro”. Il Mimit attraverso degli accordi per l’innovazione, sempre sulla sperimentazione applicata al sistema produttivo, “ha in programma una linea di finanziamento – chiude – per progetti di sperimentazione e di ricerca orientati alle tecnologie emergenti nel campo del 5G”.

Il paese ha molti talenti imprenditoriali individuali, ma non ha ancora realizzato quell’ecosistema nazionale che consenta loro di crescere e affermarsi. Le aziende devono cambiare mentalità e rivoluzionare i loro processi interni, ma lo Stato deve dare ordine e continuità nel tempo e agli investimenti, facilitandone l’accesso alle imprese, e temperare la smodata inclinazione alla regolamentazione, perché molte start up vengono oggi soffocate dalla burocrazia. Sono questi i temi emersi dal confronto tra imprenditori, manager, giovani startupper, professionisti ed esperti di settore.

“Debutta con il convegno odierno – scandisce il segretario generale della Fondazione Luigi Einaudi, Andrea Cangini– l’Osservatorio digitale della Fondazione Luigi Einaudi, coordinato dal professor Gianluca Sgueo. Nostro obiettivo è aiutare la classe dirigente a cogliere con cognizione di causa le opportunità che la rivoluzione digitale offre all’Italia. Il metodo è quello einaudiano del confronto tra esperti, mondo dell’impresa, professionisti del settore e decisore politico”



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