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Meno presidenzialismo, più premierato. Gli italiani sulle riforme secondo Swg

Tra gli italiani perde quota il presidenzialismo, mentre si fa spazio il premierato. Il timore diffuso tra gli elettori è che si accentri troppo potere in una persona sola. Sul ballottaggio c’è invece una timida apertura: il 39% degli elettori ritiene che ci possa essere un secondo turno tra i candidati premier più votati.

Avevamo già scritto che tra gli italiani c’è voglia di riforme, oltre che di politica. Ora che l’iter è entrato nel vivo, sarà interessante monitorare il gradimento dell’elettorato sulle proposte avanzate dal governo e sui necessari punti di compromesso a cui si giungerà con l’opposizione. Una buona panoramica in questo senso la fornisce l’ultimo Radar elaborato da Swg. Il macro dato che emerge è che l’ipotesi del presidenzialismo perde quota, mentre sembra farsi strada quella dell’elezione diretta del presidente del Consiglio.

Premierato

Quella del presidenzialismo era stata una forma di governo piuttosto gettonata in passato, ma ora la percentuale di pareri contrari ha quasi raggiunto quella dei favorevoli. Permane un consenso forte nell’ambito del centrodestra, ma anche qui quasi 1 su 3 appare perplesso. È soprattutto “l’accentramento del potere in una sola persona – si legge nel report di Swg – a disincentivare il sostegno a questo tipo di ordinamento, mentre a renderlo attrattivo è principalmente l’opportunità per gli elettori di poter eleggere direttamente il presidente”. Di contro, come detto in premessa, risulta popolare la proposta dell’elezione diretta del presidente del Consiglio. Caldeggiata fortemente dagli elettori della maggioranza, piace anche a oltre la metà di quelli delle opposizioni. In tema di premierato, però, convince meno la prospettiva del rafforzamento dei poteri del presidente del Consiglio, soprattutto nel centrosinistra.

Ballottaggio 

Un ulteriore tema dibattuto è quello del ballottaggio: prevale la preferenza per il suo mantenimento alle elezioni comunali, mentre desta diffusi dubbi l’introduzione del secondo turno alle consultazioni politiche. Bocciato il ballottaggio tra i partiti più votati o tra i candidati al parlamento (sistema francese), qualche spiraglio viene invece lasciato per lo scontro a due tra i candidati premier.

Presidenzialismo in calo 

Rispetto a dieci anni fa, il presidenzialismo perde quota in termini di gradimento tra gli elettori. La percentuale di apprezzamento verso questa forma di governo è scesa, dal 2013, dal 59% al 42%. Sale, dunque, la percentuale dei contrari che passa da quota 24% a quota 40% , quasi pareggiando quella dei favorevoli.

Accentramento

Una spiegazione del fatto che il presidenzialismo perda quota è legata al rischio – paventato dagli elettori – di accentrare eccessivamente in un’unica figura troppo potere. Tra i favorevoli, invece, la motivazione che corrobora la soluzione presidenziale è proprio la possibilità per gli elettori di scegliere direttamente il presidente (60%). Secondo il 36% dei favorevoli, invece, la possibilità di designare direttamente il presidente garantirebbe una maggiore governabilità. D’altra parte, tra i contrari, il 31% teme un’eccessiva personalizzazione della politica.

Modello “sindaco”

Moltissimi elettori (il 61%) vorrebbero l’elezione diretta del presidente del Consiglio. Tra questi, l’82% appartengono alla fascia di persone che sostiene l’attuale maggioranza. Anche tra gli elettori del centrosinistra piace l’elezione diretta del premier (53%). Permangono invece alcune perplessità sul rafforzamento dei poteri del presidente del Consiglio. La percentuale degli elettori favorevoli a questa soluzione sarebbe inferiore al 50 per cento (il 48 per l’esattezza).

Ipotesi secondo turno tra i candidati premier

La metà degli elettori ritiene che il sistema del secondo turno vada mantenuto per le elezioni comunali. Solo il 36% ritiene che invece vada superato. Questa peraltro è una delle proposte che circola: superare il secondo turno anche nei comuni sopra i 15mila abitanti. Il 39% degli elettori sarebbe invece favorevole a un secondo turno tra i due candidati alla presidenza del Consiglio più votati.

 

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