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Titanio per l’Iran, dopo il Captagon per la jihad. Pireo snodo geopolitico?

Turchia

Il peso specifico del porto greco, gestito da Cosco China, aumenta esponenzialmente e con esso i rischi di traffici poco chiari. Da pastiglie di droga a barre di uranio, ecco cosa sta succedendo

Dopo le pillole di Captagon destinate alla jihad, il titanio per l’Iran? L’Autorità antiriciclaggio greca ha sequestrato nel porto del Pireo (gestito da Cosco China) barre di titanio dirette in Iran per lo sviluppo del programma nucleare di Teheran. Le indagini sono iniziate nel febbraio scorso quando su una nave cargo del colosso marittimo Mediterranean Shipping Company (Msc) sono stati caricati dal porto di Shanghai in Cina due container diretti a Istanbul.

Le barre di titanio

Nelle dichiarazioni doganali è citata come mittente e allo stesso tempo destinatario della merce una multinazionale della logistica con filiali in Cina e Turchia. I documenti descrivevano anche il contenuto dei contenitori, vale a dire barre di titanio, un tornio ad alta tecnologia per la lavorazione del titanio e contenitori di prodotti chimici. Da ulteriori indagini risulta che la società ricevente del carico sembra essere un’industria chimica con sede a Istanbul che, stando a fonti diplomatiche, avrebbe già richiesto il dissequestro del carico.

L’azione dei servizi di sicurezza coinvolti, evidentemente non solo greci, parte dal sospetto che la destinazione finale delle barre di titanio non sia Istanbul ma l’Iran, dal momento che già in passato Teheran avrebbe provato più volte ad aggirare l’embargo del Consiglio di sicurezza.

Captagon

Nel luglio 2019 al Pireo fu sequestrato un carico di un milione e mezzo di pezzi, provenienti da un cargo siriano partito dal porto di Latakia ufficialmente diretto in Cina e quattro mesi prima un’altra partita da cinque milioni di pillole era stata sequestrata sempre nello stesso scalo. Il sequestro maggiore però porta la data del 2016, quando erano state trovate 26 milioni di pillole del valore di 13 milioni di euro, nascoste in un container in arrivo dall’India la cui destinazione finale era la Libia, tra cui il Tramadol che inibisce al dolore e viene usato dai combattenti dello Stato islamico per restare svegli per lunghi periodi di tempo e provare grande euforia. L’indagine era stata coordinata dalla americana Dea e dalla polizia greca.

Captagon è un’anfetamina fabbricata in Libano e probabilmente anche in Siria e Iraq, secondo l’Osservatorio francese delle droghe e delle tossicodipendenze (Ofdt). È la ragione per cui il Mediterraneo orientale è diventato centro nevralgico per la sua diffusione a bordo di cargo.

Teheran

Nel frattempo secondo l’Associated Press starebbe costruendo un nuovo impianto nucleare sotterraneo pur essendo sotto sanzioni occidentali. Secondo fonti locali citate sarebbe stato scavato un tunnel nella montagna vicino al sito nucleare di Natanz, che ha subito ripetuti sabotaggi durante la situazione di stallo di Teheran con l’Occidente sul suo programma atomico. L’azione giunge cinque anni dopo che l’ex presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha ritirato unilateralmente l’America dall’accordo sul nucleare del Piano d’azione globale congiunto (Jcpoa). L’eliminazione del massimo generale iraniano Qassem Soleimani in Iraq all’inizio del 2020 ha portato le tensioni a nuovi livelli, con Teheran e Washington sull’orlo di una crisi acutissima.



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