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Cosa prevede la Dichiarazione atlantica firmata da Biden e Sunak 

L’obiettivo, spiegano Washington e Londra, è “garantire che la nostra alleanza unica sia adattata, rafforzata e ripensata per le sfide di questo momento”

Si chiama “Dichiarazione atlantica per un partenariato economico Stati Uniti-Regno Unito del XXI secolo” il documento firmato dal presidente statunitense Joe Biden e dal primo ministro britannico Rishi Sunak in occasione della visita di quest’ultimo alla Casa Bianca. L’obiettivo, spiegano Washington e Londra è “garantire che la nostra alleanza unica sia adattata, rafforzata e ripensata per le sfide di questo momento”. “Ci troviamo di fronte a nuove sfide alla stabilità internazionale da parte di Stati autoritari come la Russia e la Repubblica Popolare Cinese; tecnologie dirompenti; attori non statali; e sfide transnazionali come il cambiamento climatico”, si legge nel documento.

“Non c’è Paese in cui abbiamo più fiducia per aiutarci a negoziare il nostro percorso”, ha dichiarato il dem Biden parlando di “sintonia” con Sunak, leader del Partito conservatore. Come ha osservato il Financial Times, la dichiarazione atlantica “è il riconoscimento da parte di Sunak, sostenitore del libero mercato e oppositore dei sussidi statali, della necessità di collaborare con l’amministrazione Biden che sta utilizzando la politica industriale e le agevolazioni fiscali per promuovere la tecnologia verde”. E ancora: “L’obiettivo è quello di garantire al Regno Unito accordi speciali per gli Stati Uniti, simili a quelli negoziati da altri alleati come il Giappone, l’Australia e l’Unione europea, per costruire nuove catene di approvvigionamento che riducano la dipendenza dalla Cina”.

Cinque i settori interessati: tecnologie critiche ed emergenti (compresi quantum, 5G e 6G, semiconduttori e intelligenza artificiale, su cui Londra punta a diventare hub globale a partire dal vertice previsto in autunno); sicurezza economica; trasformazione digitale “inclusiva e responsabile”; energia pulita; difesa, sicurezza e spazio. Previsti anche colloqui sull’Inflation Reduction Act: nel documento si legge che Biden avrebbe chiesto al Congresso di definire il Regno Unito come “fonte nazionale” nell’ambito del Defense Production Act statunitense, offrendo ai fornitori del Paese condizioni più favorevoli; inoltre, i produttori britannici di auto elettriche che utilizzano batterie prodotte nel Regno Unito – o prodotti provenienti da Paesi, come il Giappone, con cui gli Stati Uniti hanno stipulato un accordo sui minerali critici – potranno beneficiare di crediti d’imposta pari a 3.750 dollari per veicolo.

Un accordo commerciale tra Stati Uniti e Regno Unito appare oggi ancora molto lontano, che era stato promesso al suo Partito conservatore durante il mandato di Donald Trump. Il Regno Unito ha lasciato l’Unione europea il 31 gennaio 2020 e il recente caro vita, sommato agli ultimi sondaggi, suggeriscono che l’opinione pubblica sia oggi contraria alla Brexit alla luce delle sue conseguenze. “So che alcuni si sono chiesti che tipo di partner sarebbe stato il Regno Unito dopo l’uscita dall’Unione europea”, ha detto Sunak. “Direi: giudicateci dalle nostre azioni. Siamo impegnati sui nostri valori come sempre, un alleato affidabile come sempre, una destinazione di investimento attraente come sempre”.

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