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Abuso d’ufficio, il Pd è contro l’abolizione ma i suoi amministratori (e Anci) sono a favore

Quando il pragmatismo prevale sulle contrapposizioni ideologiche: gli amministratori del Pd, a partire da Decaro (che peraltro è presidente di Anci) si schierano accanto al ministro Nordio, benedicendo la decisione di abolire il reato di abuso d’ufficio. Un’altra grana per Elly Schlein

Se la linea ufficiale del Pd è quella della contrarietà all’abolizione del reato di abuso d’ufficio, sancita ieri all’esito del Consiglio dei Ministri, gli amministratori locali dem si schierano invece dalla parte di Carlo Nordio. Proprio il ministro della Giustizia, nella cornice più generale di una riforma profonda dell’ordinamento giudiziario, ha infatti voluto fortemente l’abrogazione dell’articolo 323 del codice penale.

Probabilmente tra gli amministratori dem prevale la linea del pragmatismo a quella della contrapposizione ideologica. Tanto più che, a fronte di circa cinquemila procedimenti che vengono avviati ogni anno (spesso a carico di amministratori locali), la quasi totalità non sfocia in un processo e, quand’anche si arrivi al processo, l’esito è più o meno sempre il medesimo: l’archiviazione. Su questo ha tratteggiato un quadro piuttosto chiaro anche il consigliere giuridico del ministro, Bartolomeo Romano, nella sua intervista a Formiche.net.

Il presidente dell’Anci e sindaco di Bari, Antonio Decaro, al Corriere della Sera esprime un giudizio favorevole all’iniziativa assunta dall’Esecutivo sull’abuso d’ufficio: “Eliminando il reato – spiega – si risolve il problema alla radice”. Benché Decaro affermi di non avere le competenze tecniche per stabilire se il superamento della fattispecie sia positivo o negativo, fa leva sui dati relativi ai processi che coinvolgono gli amministratori locali. “Il problema dell’abuso d’ufficio è serio per i sindaci – spiega al Corriere – . Il 67% di chi riceve un avviso di garanzia non va nemmeno a processo. Ci sono dati del 2021 che dicono che il 99% di chi è stato raggiunto da un avviso di garanzia o è stato assolto o non ha avuto neanche il rinvio a giudizio”.

Sulla stessa lunghezza d’onda, anche il sindaco di Pesaro Matteo Ricci, coordinatore dei sindaci Pd. “La cancellazione dell’abuso d’ufficio è una vittoria per tutti i sindaci a prescindere dal colore politico”, spiega al Messaggero. Di qui poi l’invito alla coerenza. “Per anni – sostiene il primo cittadino marchigiano – noi sindaci abbiamo chiesto un intervento sull’abuso d’ufficio. Non è che se lo fa un governo di centrodestra possiamo schierarci contro. Ha vinto il buonsenso, hanno vinto gli amministratori”.

Il profilo twitter di Franco Bassanini, più volte ministro e sottosegretario di area dem, è un’orchestra di cinguettii e retweet. Tutti a favore dell’abolizione del reato. Lui, in primis, scrive a chiare lettere: “Il Pd dovrebbe ricordare che l’abolizione dell’abuso d’ufficio è stata per anni una battaglia di ministri e sindaci di sinistra contro l’ingerenza della magistratura nell’ambito della responsabilità della politica e della P.A”.

Tra i tweet che affollano la bacheca dell’ex ministro, anche quello di Elisabetta Gualmini, parlamentare europea e già vicepresidente della Regione Emilia-Romagna. “Dentro di me vive l’anima dell’amministratore. Sull’abuso d’ufficio sono stati i sindaci del Pd e la presidenza di Anci a chiederne una profonda revisione. Il 98% delle indagini finisce in nulla. Ora che sia stato abolito non può essere contestato da noi. Nessuno ci capirebbe”. Insomma, anche sulla giustizia, la segreteria dovrà trovare un punto di equilibrio tra le diverse sensibilità che affollano il Pd. Quella degli amministratori – meno ideologica e più pragmatica – appare molto chiara. Un’altra grana per Elly Schlein?

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