Mossad, Olp, Asala sono solo alcuni degli attori stranieri interessati da operazioni di informazione e collaborazione con il Sismi. I dettagli dell’operazione ‘Venti’ emergono dopo che il governo Meloni ha desecretato alcuni documenti riservati
La desecretazione di alcuni documenti riservati decisa dal governo Meloni apre un fascio di luce su una serie di fatti significativi della politica estera italiana: lodo Moro, accordi segreti con Israele ed equilibri internazionali. Emerge che sin dal 1975 i servizi italiani raccoglievano informazioni su mezzi e strategie militari in paesi-chiave come Egitto, Iraq, Libano e Siria, con l’obiettivo di travasarle al Mossad. Un passaggio che ‘pareggia’ l’accorso stipulato mesi prima con l’Olp al fine di garantire la sicurezza del territorio italiano mentre il conflitto israelo-palestinese viveva momenti di fortissima tensione. Di contro Roma avrebbe offerto riconoscimento politico all’attività dell’Olp.
Lodo Mossad
Definito in codice «Operazione Venti», il cosiddetto Lodo Mossad è presente in una minuta del generale Silvio Di Napoli inviata al Cesis il 19 settembre 1985. Confermato da una lettera dell’Ammiraglio Fulvio Marini, Direttore del Sismi, al Presidente del consiglio Bettino Craxi e al Cesis, del 1 ottobre 1985, al suo interno vi sono alcuni dettagli relativo al cosiddetto «lodo Moro» per smilitarizzare lo scontro in atto. Dalle carte del capocentro del Sismi a Beirut, dunque, emerge la rivelazione dopo la guerra del Kippur sui passi compiuti dal governo italiano che, da un lato, offriva sponde ai palestinesi e, dall’altro, replicava l’attività di intelligence a favore di Tel Aviv con una minuziosa raccolta di dati. Il lodo Moro vene definito come una “linea di politica estera parallela” basata su accordi non scritti all’interno del quadrante mediorientale.
Olp
Dalle carte emerge anche le figura di Abu Nidal, il palestinese che fu ‘inviato’ dell’Olp al Cairo. Prima di incrinare i suoi rapporti con Fatah, dettati dalla fase cosiddetta moderata di Arafat, venne inquadrato dal colonnello Stefano ‘Bermude’ Giovannone, capo del centro Sismi di Beirut, come una risorsa in loco. Una possibile collaborazione col Sismi si trasformò presto in caccia aperta, effettuata sul territorio in tandem con l’Olp, al fine di disinnescare le sue azioni e quindi proteggere la sede diplomatica palestinese a Roma.
Lodo Scalfaro
Risale al 1983, stando ad altri documenti ‘aperti’ dal governo Meloni, l’accordo del Sismi con i terroristi marxisti dell’Asala, l’Armenian secret army for the liberation of Armenia, per impedire che vi fossero attentati in Italia. Il sostanza il lodo Scalfaro andava nella scia del Lodo Moro, reso pubblico grazie alla lettura dei cabli tra Giovannone e il governo.
Cosa era e cosa rappresentava Asala? Attività eversiva per lo più rivolta contro i diplomatici turchi, passaggio di cui venne informato l’allora ministro dell’Interno italiano, Oscar Luigi Scalfaro. L’allora direttore del Servizio per le informazioni e la sicurezza militare dell’epoca, il generale Ninetto Lugaresi, scrisse al numero uno del Viminale sollecitando l’accordo “per far interrompere la catena di attentati compiuti anche sul suolo italiano dall’Asala”.
Quattro mesi dopo ci sarebbe stata la strage di Bologna e nell’aprile 1980 vennero allacciati contatti con l’Asala proprio tramite l’intermediazione dell’Olp: gli armeni non gradivano le fughe all’estero dei propri cittadini perché in questo modo sarebbe venuta meno la forza di reazione contro la Turchia. E si faceva cenno alla richiesta fatta alla Farnesina dal console generale Usa di concedere i visti anche presso l’ambasciata d’Italia a Beirut, azione che secondo Lugaresi avrebbe avuto effetti negativi.