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Giornalisti, testimoni di pace e libertà. In Campidoglio il premio dell’Università eCampus

Libertà e informazione, un possibile connubio di speranza per la pace. Testimoniato, nell’Aula capitolina Giulio Cesare, dal Premio “Un Giglio per la Pace e la Libertà di Stampa”, alla sua seconda edizione, il 3 luglio, dall’Università eCampus con il patrocinio dell’Ordine dei Giornalisti del Lazio, in collaborazione con Roma Capitale

Un luogo istituzionale diventa simbolo di pace e libertà grazie ai giornalisti che, attraverso l’etica professionale, si sono distinti nel panorama dell’informazione di servizio, come ha evidenziato Valeria Baglio, delegata del Sindaco di Roma Roberto Gualtieri e capogruppo del Partito Democratico in Campidoglio. “Non c’è democrazia senza libertà di stampa. Oggi più che mai, abbiamo bisogno di una stampa libera, pluralista, democratica”. “Responsabilità e merito, per i giornalisti, raccontare la società, far emergere le sue storie positive ma anche le sue contraddizioni”, ha affermato Baglio.

L’evento, condotto da Eleonora Daniele, è stato introdotto da Enzo Siviero, magnifico rettore dell’Università eCampus, che ha sottolineato come “una stampa libera sia essenziale per la pace, la giustizia e i diritti di tutti. Promuovere una stampa libera e proteggere i giornalisti significa lottare per il diritto alla verità”. “Oggi più che mai è necessario essere coscienti che il valore della libertà non è un diritto acquisito e immutabile e spetta a ognuno di noi, ogni giorno, il compito di proteggerlo”. Presenti Lorenza Lei, prorettrice dell’ateneo, Rita Neri, consigliera di amministrazione, e il giornalista Stefano Testini, per la collaborazione alla realizzazione del Premio.

Guido D’Ubaldo, presidente dell’Ordine dei Giornalisti del Lazio, ha evidenziato l’impegno dell’Ordine nella promozione della pace e della libertà di stampa. Attraverso una rigorosa professionalità e una costante formazione, i giornalisti, nell’epoca delle fake news, sono protagonisti di un insostituibile racconto di verità.

L’informazione come cultura testimone della vita civile e democratica italiana, è stata rappresentata, nel Premio, attraverso televisione, stampa, radio, giornalismo online.

Tra i premiati, Jacopo Volpi (direttore Rai Sport), Massimo Martinelli (direttore de ‘Il Messaggero’), Fabrizio Roncone (inviato speciale de ‘Il Corriere della Sera’), Rita Lofano (direttrice AGI-Agenzia Giornalistica Italia), Stefano Ziantoni (direttore Rai Vaticano), Gianni Riotta (editorialista de ‘La Repubblica’), Lirio Abbate (caporedattore de ‘La Repubblica’), Lucia Goracci (inviata Rai TG3), Davide Desario (direttore di ‘Leggo’), Alessandra Carli (vicedirettrice Rai TG3), Cecilia Sala (inviata de ‘Il Foglio’), Andrea Pancani (vicedirettore TG la7), Virginia Lozito (conduttrice Rai TG1). Riconoscimenti speciali a Rino Tommasi (già direttore dei servizi sportivi di Canale 5 e Tele+2), Stefania Battistini (inviata Rai TG1), Lella Golfo (giornalista, presidente della Fondazione Marisa Bellisario), Ariela Piattelli (direttrice di Shalom).

Per ogni premiato, una motivazione e un attestato di autenticità, passione, rigore e cultura nell’informazione. Narrazione da teatri di guerra, giornalismo d’inchiesta come nella cronaca quotidiana. Per una “funzione di servizio super partes e di attenzione alla gente”, come ha evidenziato Martinelli. Per una scelta di libertà in un campo “dove, a volte, bene e male si intersecano”, come ha affermato Roncone. Per una libertà intrinseca della funzione di giornalista, come ha evidenziato Abbate, tra i 100 “eroi dell’informazione” di “Reporter Senza Frontiere”, in prima linea e oggetto di intimidazioni nella lotta alla mafia.

E per ciascuno una “dedica”. Roncone ha dedicato il premio al giornale “Paese sera” ove ha iniziato il percorso per un giornalismo “di libertà”. Il Premio di Pancani è speranza per i giovani che iniziano la professione giornalistica e per coloro che lavorano lontano dai riflettori.

Per Lella Golfo, da sempre impegnata nelle pari opportunità e contro le disparità di genere, il Premio è dedicato a ogni donna dimenticata, senza voce e senza libertà. Lofano si rivolge alle donne, contro ogni forma di discriminazione e Goracci alle colleghe iraniane che non arretrano alle intimidazioni. Battistini sottolinea l’importanza di un lavoro di squadra anche nel dolore mentre Sala testimonia il racconto della guerra attraverso social e video. Per Carli, lo sguardo è rivolto ai paesi a democrazia limitata, dove è negata ogni libertà di informazione e il giornalismo avanza con determinazione e coraggio. Lozito, invece, dedica il premio al pubblico, principale attore di una libertà che è, soprattutto, diritto ad una corretta informazione quotidiana.

Lo sport è cultura di passione e di speranza, come sottolineano Volpi e, ritirando il premio per il padre, i figli di Rino Tommasi.

Sul palco del Premio, l’informazione promuove anche gli studenti del liceo Newton di Roma (per percorsi di orientamento con e-Campus) e la solidarietà. Il riconoscimento è ai ragazzi affetti da autismo dell’associazione “Fateci posto”. Un progetto per fragilità che hanno bisogno, soprattutto, di amore e di condivisione. “Sguardo, taccuino e penna sono semplici accessori, se manca lo sguardo sulla realtà. Uno sguardo reale, non solo virtuale. Lo sguardo deve essere orientato dal cuore”, ha ricordato Papa Francesco in occasione del “Premio Biagio Agnes”.

È un orizzonte di libertà e di pace. “Bene assoluto, seme di fraternità universale, condizione necessaria per lo sviluppo della vita umana”, per un mondo dilaniato da guerre, divisioni, discriminazioni. Il giornalismo può fare la sua parte.

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