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Giochi di prestigio. Così Pechino fa sparire miliardi di dollari

Secondo l’ex funzionario del Dipartimento al Tesoro americano, Brad Sester, il Dragone avrebbe fatto sparire dai bilanci della Pboc centiania di miliardi di dollari di riserve valutarie, per nascondere nei conti delle grandi banche statali. I soldi ci sono, ma non si vedono

 

A qualcuno potrebbe sembrare un gioco di prestigio. E in effetti lo è. La Cina sembra aver truccato ancora una volta la corsa. Pechino si sa non gode di buona salute ma quello che meno si conosce è l’ultimo trucchetto di magia che ha messo a punto. Si parla di soldi, una montagna di dollari custodita tra le pieghe dei bilanci delle grandi banche statali cinesi ma non figuranti nei conti della Banca centrale, la Pboc.

Le chiamano shadow reserves, riserve ombra. Ebbene, attraverso un rapporto redatto da The China Project assieme a Brad W. Sester, già analista dei Dipartimento Usa del Tesoro, sono emersi dati clamorosi che potrebbero determinare un potenziale nuovo rischio per l’economia mondiale e non solo. La Cina vanta grandi riserve valutarie, in gara per ampiezza con quelle del Giappone. Si parla di 6 mila miliardi di dollari, ma metà dei quali imboscati, ossia che non risultato dalle stime ufficiali della Banca centrale locale. Come è possibile?

Semplice, dal 2002 al 2012 la Banca centrale cinese, la Pboc, è stata attiva nel mercato valutario, acquistando dollari per impedire alla valuta cinese di rimanere competitiva sotto il profilo della bilancia commerciale, favorendo così le esportazioni. Ora, le riserve in valuta crescevano, ma anche il rischio che la Cina potesse utilizzarle per vendere obbligazioni in un momento di tensione geopolitica, innescando così una crisi finanziaria.

Eppure, a un certo punto le riserve poc’anzi citate, hanno smesso di crescere. Ed è qui, secondo Setser, che è scattato il trucco. Perché una parte significativa delle riserve di cambio della Cina non appare nei libri contabili ufficiali della Pboc. Queste riserve ombra si trovano invece tra gli asset di entità come banche commerciali statali e altre banche. Insomma, ci sono anche se non si vedono. Setser avverte che la mancanza di trasparenza della Cina potrebbe avere un impatto significativo sull’economia globale, sottolineando che le sue attività economiche, visibili o nascoste, possono avere un impatto globale sproporzionato a causa del suo ruolo centrale nell’economia globale. 

Secondo Setser, le istituzioni che riportano al governo centrale probabilmente hanno circa 6 mila miliardi in asset esteri, rispetto ai 3.100 miliardi di riserve ufficiali riportati dalla State Administration of Foreign Exchange alla fine dell’anno scorso. Se qualcuno vuole lumi, chieda a Pan Gongsheng (qui un ritratto), funzionario di lungo corso, da anni a capo della State Administration of Foreign Exchange, il braccio armato della Banca centrale per la gestione dei movimenti in valuta estera e fresco di nomina a responsabile del partito nella Banca centrale cinese e, quindi, quasi certamente sostituto del governatore Yi Gang.

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