Cento giorni vissuti pericolosamente. Ma anche intensamente ed intelligentemente. Va promosso il primo trimestre del nuovo Governatore della Banca Centrale Europea, Mario Draghi. Per tre motivi. Primo, perché non ha avuto timore di entrare nella parte immediatamente, con un approccio nuovo, più espansivo rispetto al suo predecessore nella conduzione della politica monetaria, deciso a contribuire alla risoluzione della crisi. Secondo, perché ha saputo trovare subito la giusta sintonia con i tedeschi, fossero essi Bundesbank o Merkel, coordinandosi per attuare una politica monetaria più attenta alle condizioni del ciclo economico solo con l’avvio delle riforme nei paesi più in difficoltà. Terzo, ha rappresentato un prezioso e silenzioso alleato del Presidente Monti, aiutando la discesa dei nostri spread.
I prossimi cento giorni non saranno una passeggiata e molto dipenderà da cosa faranno i paesi dell’Unione europea per riattivare la crescita che non c’è: in fondo la politica monetaria espansiva da sola non basta. Ma certamente una sfida importante che lo aspetta sarà quella di contribuire ad una ripresa del credito nell’economia da parte di banche fino ad ora sin troppo timide nel mettere a frutto per tutti la liquidità messa a disposizione dalla BCE, specie per le piccole imprese. Ma se il buongiorno si vede dal mattino, non vediamo perché non si debba pensare in positivo.