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Perché Israele riconosce la sovranità marocchina sul Sahara Occidentale

Di Massimiliano Boccolini e Emanuele Rossi

Secondo il professore marocchino Ajlaoui (Uni. Rabat), il riconoscimento israeliano della sovranità marocchina sul Sahara Occidentale faciliterà le relazioni bilaterali tra Gerusalemme e Rabat. La mossa del governo Netanyahu era attesa per dare approfondimento agli Accordi di Abramo

Re Mohammed VI del Marocco ha dichiarato che il primo ministro israeliano, Benjamin Netanyahu, gli ha annunciato che il suo Paese riconosce ufficialmente la sovranità marocchina sulla regione contesa del Sahara Occidentale.

Il monarca nordafricano ha dichiarato che Netanyahu ha inviato una lettera che conferma la decisione dello Stato di Israele di “riconoscere la sovranità del Marocco sul territorio del Sahara occidentale”. L’ufficio dell’israeliano ha confermato che i due hanno parlato di recente.

La dichiarazione ufficiale del regno ha aggiunto che la posizione sarà “riflessa in tutti gli atti e i documenti pertinenti del governo israeliano”, nonché “trasmessa alle Nazioni Unite, alle organizzazioni regionali e internazionali di cui Israele è membro e a tutti i Paesi con cui Israele mantiene relazioni diplomatiche”.

Secondo la dichiarazione, Netanyahu ha anche informato il re marocchino che Israele sta valutando positivamente “l’apertura di un consolato nella città di Dakhla”, come parte della decisione. Dakhla, posta su una laguna tra il Sahara (occidentale) e l’Oceano Atlantico è una delle città simboliche della regione, importante sia dal punto di vista geostrategico che turistico.

Il Sahara Occidentale è un territorio esteso oltre 260mila chilometri quadrati amministrativamente controllato dal Marocco, oggetto di passate rivendicazioni di Mauritania e Algeria, e soprattutto conteso dal movimento indipendentista del Polisario. Il gruppo, che negli anni Settanta cominciò la lotta armata per l’autodeterminazioni del popolo sahrawi, è ancora oggi in scontro aperto con Rabat. In questi anni, riconoscimenti ufficiali sulla situazione del Western Sahara hanno prodotto scontri diplomatici con il Marocco e riacceso le tensioni del Paese con l’Algeria.

Il Sahara occidentale è stato una colonia spagnola fino alla metà degli anni Settanta. Un accordo di cessate il fuoco del 1991 ha visto Rabat controllare l’80% del Sahara occidentale, mentre il resto è una zona cuscinetto controllata dalle forze Onu della missione Minurso. L’Algeria si è opposta alla rivendicazione del Sahara Occidentale da parte del Marocco e ne ha sostenuto l’indipendenza. Il Marocco ha offerto una limitata autonomia, ma ha affermato che il territorio deve rimanere sotto la sua sovranità. Il movimento Polisario, invece, chiede un referendum sull’indipendenza.

“La decisione israeliana di riconoscere lo status marocchino del Sahara è una grande vittoria per Rabat, consolidando il sostegno internazionale all’integrità territoriale del regno”, commenta Moussaoui Ajlaoui, professore di Scienze politiche dell’Università di Rabat. “Rafforza inoltre le dinamiche molto favorevoli create grazie all’Impulso di Re Mohammed VI negli ultimi anni, aggiunge Alijaoui, che ricorda come nel giro di poco tempo Rabat abbia ottenuto il riconoscimento americano da parte dell’amministrazione Trump, il sostegno alla sovranità marocchina di oltre 15 Paesi europei, tra cui Germania, Spagna, Svizzera, Austria, e infine l’apertura di 28 consolati dei Paesi africani, arabi e latinoamericani nelle province sahariane.

“Questa decisione faciliterà e incoraggerà gli investimenti israeliani e internazionali nelle province meridionali del Regno”, sostiene Alijaoui. La mossa era in parte attesa, rientrante nelle dinamiche collegate agli Accordi di Abramo, con cui Israele ha normalizzato le relazioni diplomatiche anche con il Marocco, creando un momento particolarmente favorevole a Rabat. Negli ultimi mesi, Israele e Marocco hanno moltiplicato i contatti diplomatici. Il consigliere per la sicurezza nazionale israeliano, Tzachi Hanegbi, ha visitato il Marocco a giugno, dove ha incontrato il ministro degli Esteri marocchino, Nasser Bourita. Dopo la visita, i media israeliani avevano già annunciato che Israele stava considerando di riconoscere la sovranità marocchina sul Sahara occidentale.

Il riconoscimento di lunedì tuttavia rompe con la visione tradizionale di Israele sulla questione. Di norma, a causa del conflitto israelo-palestinese, Israele evita di prendere posizione sulle dispute territoriali in altre parti del mondo. Inoltre, il riconoscimento degli Stati Uniti nel 2020 ha generato la rabbia dell’Algeria, spingendola a bloccare la richiesta di Israele di entrare come osservatore nell’Unione Africana. “È bene sottolineare — aggiunge il professor Alijaoui — che Re Mohammed VI non ha cambiato la posizione a favore dei legittimi diritti del popolo palestinese, che il Sovrano ha elevato al rango di causa nazionale”.

Il riconoscimento segue anche l’annullamento da parte del Marocco, il mese scorso, dei suoi piani per ospitare il Forum del Negev, il quadro guidato dagli Stati Uniti per promuovere l’integrazione regionale. Usa, Israele, Marocco, Emirati Arabi Uniti e altri Stati arabi avrebbero dovuto partecipare all’incontro di giugno, ma Rabat si è tirata indietro in risposta al piano di Israele di espandere gli insediamenti illegali in Cisgiordania.

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