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Svolta (annunciata) su Taxi ed Ncc. Scattano le verifiche dell’Agcm

Più auto in circolazione per garantire un migliore servizio e abbattere i tempi d’attesa. Al contempo, tutelare il valore delle attuali licenze. Un piano strutturale, che coinvolgerà tutto il Paese e sul quale il governo ha promesso un grande impegno. L’Agcm ha avviato delle procedure di verifica, in particolare sulle licenze a “numero chiuso”, nei comuni di Napoli, Milano e Roma

La direzione del governo sarebbe quella di garantire maggiori garanzie agli operatori del settore, tutelandone le esigenze. La priorità è quella di avere un servizio di qualità da offrire, in particolare, ai turisti. Un piano strutturale, che coinvolgerà l’intero territorio nazionale, nato anche e soprattutto in vista degli appuntamenti come il Giubileo ed Expo 2030. Insomma, pare siamo vicini alla svolta per taxi ed Ncc.

Proprio in queste ore, la misura è in discussione. A patrocinare il piano è stato in particolare il vicepremier e ministro dei Trasporti, Matteo Salvini di concerto con il titolare del dicastero delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso.

Se da palazzo Chigi arrivano rassicurazioni sul fatto che “il governo affronterà il problema del servizio Taxi con una soluzione improntata all’efficienza e trasparenza nei confronti del cittadino, all’equità per i tassisti e al rispetto delle regole del mercato” ad avviare le prime verifiche sui taxi in particolare a fronte dei grossi disservizi registrati nelle scorse settimane è l’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato che, già in passato, si è espressa a più riprese sul tema della riforma della disciplina del settore Taxi e Ncc.

L’Autorità, si legge in una nota, ha avviato “una verifica nel settore dei taxi sulla base delle criticità che si riscontrano a Roma, a Milano e a Napoli e che creano pesanti disservizi per l’utenza: si pensi, ad esempio, ai tempi di attesa, all’uso del tassametro, all’accettazione dei pagamenti elettronici e alla corretta funzionalità dei pos”. Il Nucleo Speciale Antitrust della Guardia di Finanza ha rivolto, per conto dell’Autorità, “numerose richieste di informazioni alle principali società di radiotaxi attive proprio in questi Comuni”. L’Agcm ha “formulato direttamente richieste di informazioni ai Comuni di Roma, Milano e Napoli e alle principali piattaforme per la prenotazione dei taxi”.

Concorrenza

Sotto il profilo della concorrenza, l’obiettivo dell’iniziativa intrapresa dall’Autorità è quello di “far luce sul sistema delle licenze a numero chiuso che, in questo settore, ostacola il corretto dispiegarsi delle dinamiche concorrenziali e il prodursi dei conseguenti benefici in termini di soddisfazione della domanda e di qualità del servizio”. Questo è, in sostanza, il vero nodo (anche politico) della questione. Tant’è che nel luglio dello scorso anno, al momento della discussione del ddl Concorrenza, fu stralciato il capitolo che riguardava le auto bianche. Con sommo giubilo di nutrite schiere della maggioranza. Proprio sulle licenze, l’Agcm ha chiesto “informazioni sul numero di vetture in servizio per turno, sul numero di corse effettuate per vettura, sulle assenze, sul tempo di attesa, sulle richieste inevase, e anche sui dati inviati alle amministrazioni comunali o richiesti da queste ultime per adempiere gli obblighi di verifica della qualità del servizio reso”

Tutela dei consumatori

Dal punto di vista della tutela del consumatore, la finalità dell’iniziativa intrapresa dall’Agcm è quella di “approfondire il ruolo delle cooperative e delle società di radiotaxi nel garantire corrette modalità di erogazione del servizio”. Sono state quindi richieste “informazioni finalizzate ad accertare come, in concreto, le cooperative verifichino la diligente prestazione del servizio agli utenti da parte dei tassisti aderenti, quali le indicazioni previste nei rispettivi statuti con riferimento all’uso del tassametro, alla corretta funzionalità dei pos e all’accettazione dei pagamenti elettronici, al rispetto dei turni, all’attività di monitoraggio e agli interventi di verifica svolti dalle cooperative stesse”. Sulla base delle informazioni che raccoglierà, l’Agcm valuterà “eventuali iniziative a tutela del mercato e dei consumatori”.

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