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Non solo grano, l’amb. Mesic racconta come cambia geopoliticamente la Croazia

Intervista all’ambasciatore croato in Italia: “La decisione rappresenta un nostro contributo nel contesto della crisi alimentare mondiale. Dal primo gennaio 2023 la Croazia è entrata a far parte dello spazio Schengen e dell’eurozona, realizzando due obiettivi cruciali della politica estera. A tempo debito speriamo anche di diventare il membro dell’Ocse”

“La decisione di mettere a disposizione i porti croati per il trasporto del grano ucraino rappresenta un nostro contributo nel contesto della crisi alimentare mondiale”. Così a Formiche.net l’ambasciatore croato in Italia, Jasen Mesic, che analizza il dossier legato al grano intrecciandolo con il peso specifico di Zagabria, sempre più attore geopolitico “oltre” la propria regione e prossimo ad un passo significativo come l’ingresso nell’Ocse.

I porti croati verranno utilizzati per il grano ucraino, ha annunciato il ministro ucraino Kuleba. Come cambia il peso specifico della Croazia?

La Croazia, membro dell’Ue e della Nato, fornisce un convinto sostegno all’Ucraina nella difesa della sua sovranità e della sua integrità e la politica della Croazia si sta dimostrando solidale, costruttiva e consistente. La decisione di mettere a disposizione i porti croati per il trasporto del grano ucraino rappresenta un nostro contributo nel contesto della crisi alimentare mondiale. Il trasporto del grano nonché la diversificazione energetica al momento sono le due grandi sfide per la Ue e la Croazia è pronta a dare il proprio contributo. Il nostro approccio attivo e affermativo è ampiamente riconosciuto dai nostri partner e alleati.

Quali i vantaggi per l’indotto croato?

Negli ultimi anni la Croazia sta investendo molto nello sviluppo delle reti di trasporto, e in questo contesto vorrei sottolineare la costruzione del Ponte di Pelješac, finanziato dalla Ue, che ha collegato due parti della Croazia unendo il territorio dello spazio Schengen. Il trasporto del grano ucraino per i paesi dell’Africa rappresenta senz’altro un’attività positiva per i porti croati.

Dopo l’ingresso della Croazia nella moneta unica, è questo un altro riconoscimento per l’impegno di Zagabria?

Dal primo gennaio 2023 la Croazia è entrata a far parte dello spazio Schengen e dell’euro zona, realizzando due obiettivi cruciali della politica estera. A tempo debito speriamo anche di diventare il membro dell’Ocse. Vorrei sottolineare che durante il nostro percorso abbiamo sempre avuto il supporto della politica italiana, del Governo e del Presidente Mattarella. All’interno della Ue e della Nato, la Croazia è riconosciuta come un partner affidabile e stabile. Con i colleghi italiani stiamo attivamente collaborando sull’integrazione europea dei Balcani Occidentali.

Il ruolo dell’Adriatico diventa quindi più prezioso: come Croazia e Italia presidieranno quel mare e con quali vantaggi per le politiche europee?

La cooperazione in Nord Adriatico è molto intensa tra porti e soggetti economici, sia a livello bilaterale, sia con gli altri Paesi dell’Adriatico. L’Accordo sulla delimitazione delle zone economiche esclusive rappresenta un vivo esempio della collaborazione strategica tra la Croazia e l’Italia, soprattutto per quanto riguarda la protezione del mare, il sostenibile uso delle sue risorse naturali e la sua posizione geostrategica.

@FDepalo

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