Il rapporto annuale redatto dal Dipartimento di Stato risulta estremamente positivo per Atene e la sua economia. Molti colossi Usa hanno investito in Grecia e, complici le buone performance fatte registrare nell’ultimo quadriennio, promettono di intensificare relazioni e contratti. Ecco tutti i dettagli
La Grecia è considerata una “fonte di soluzioni” per la stabilità e lo sviluppo economico dell’intera regione. Lo scrive il rapporto annuale redatto dal Dipartimento di Stato che risulta estremamente positivo per Atene e la sua economia, segnalando il rafforzamento delle già “calde” relazioni bilaterali e degli investimenti, presenti e futuri. Il dato economico si intreccia con quello geopolitico, dal momento che da snodi strategici, come il porto di Alexandroupolis, transitano dossier rilevanti come l’energia, le truppe Nato, la manutenzione delle navi americane.
Chi investe
Cisco, Deloitte, Digital Realty, Google, J.P. Morgan, Meta, Microsoft, Pfizer sono solo alcuni colossi Usa che hanno investito in Grecia e che, complice le buone performance fatte registrare nell’ultimo quadriennio, promettono di intensificare relazioni e contratti. Il paper del Dipartimento di Stato osserva che l’economia ellenica è caratterizzata da una particolare resilienza, poiché dopo la fine della crisi economica degli anni 2009-2018 (durante i quali il Pil è diminuito del 25%), si è ripresa con una lieve crescita nel 2019 e ha poi affrontato con successo la crisi globale e le sfide economiche date dal Covid e dalla guerra in Ucraina.
Washington apprezza la coerente attuazione del programma di riforme messo in campo dal governo conservatore guidato da Kyriakos Mitsotakis, soprattutto in termini di semplificazione delle procedure burocratiche, rafforzamento dell’innovazione e dell’imprenditorialità, digitalizzazione del settore pubblico e sviluppo del settore delle rinnovabili. È questo retroterra di iniziative politiche a rappresentare l’anticamera a più investimenti americani in loco, che si traducono in posti di lavoro, Pil e scelte di stampo militare.
Svolta Mitsotakis
Come il governo Mitsotakis ha guadagnato la fiducia di mercati, istituzioni e player privati dopo le approssimative politiche di Tsipras? In primis ha lavorato per il risanamento del sistema bancario greco, soprattutto grazie alla riduzione dell’elevatissimo numero di crediti in sofferenza attraverso il sistema Hercules: bassa capitalizzazione e bassi margini di profitto hanno permesso agli istituti bancari greci di disporre di liquidità e riserve sufficienti per fornire prestiti e sostenere la crescita economica. La ripresa dinamica dell’economia greca dopo la pandemia è un elemento oggettivo.
In secondo luogo il nesso tra politiche di sviluppo, geopolitica e difesa si è concretizzato in una serie di mosse ad hoc, l’ultima delle quali si ritrova nella decisione del Congresso degli Stati Uniti di approvare un finanziamento di 125 milioni di dollari per i cantieri navali Elefsis, situati vicino al Pireo.
Il caso Onex
La statunitense International Development Finance Corporation (DFC), la banca di sviluppo americana, fornirà il prestito alla Onex, la società proprietaria del cantiere navale che sta affrontando una ristrutturazione dopo anni di debiti elevati. Onex è una società di private equity con sede in Nord America guidata dal magnate greco Panos Xenokostas. La Marina ha anche un contratto per due navi da costruire presso il cantiere.
Si tratta del cantiere più trafficato della Grecia, in grado di gestire fino a 200 navi all’anno che tra l’altro controlla già il cantiere navale più attivo del paese, Neorion Shipyards con sede sull’isola di Syros che nelle intenzioni dovrebbe occuparsi anche della manutenzione della Sesta Flotta Usa quando fa scalo nell’Egeo.
Scenari
Il positivo trend americano verso la Grecia si somma ad una serie di movimenti tellurici in chiave diplomatica sull’asse Atene-Tel Aviv-Il Cairo. Innanzitutto il rapporto ellino-egiziano guarda ad una sorta di macro regione allargata, con un accento posto sull’accordo sulla delimitazione della Zona Economica Esclusiva dei due Paesi. Della questione hanno discusso il ministro degli esteri Giorgos Gerapetritis in visita a El Alamein invitato dal suo omologo egiziano Sameh Shoukry. La firma consentirà ai due Paesi di sviluppare ulteriormente le loro fonti di produzione in virtù di un modello da seguire: il governo Mitsotakis punta molto ad una diplomazia solida, fatta di trattative e dialoghi duraturi.
I due Paesi vantano già una cooperazione energetica, in particolare nel Mediterraneo orientale, anche tramite l’interconnessione elettrica che consentirà agli Emirati Arabi Uniti di essere in grado di esportare energia in Europa tramite la Grecia. Quest’ultima in tal modo può consolidare il suo ruolo di hub energetico, perché con un investimento di oltre 3 miliardi di euro, si include la Grecia nell’elenco dei progetti europei di interesse comune (PIC) dell’Ue. Il prossimo passo è nel Consiglio di cooperazione ellinoegiziano che verrà convocato per la prima volta ad inizio 2024.
@FDepalo