Il giorno dopo aver bruciato 9 miliardi di capitalizzazione, a Palazzo Mezzanotte regna la calma. Merito, soprattutto, della correzione in corsa decisa dal Tesoro. Il prelievo non si discute, ma non sarà una mina
Il day after è diverso. Per le banche italiane un agosto così intenso forse non lo si ricorda dalla difficile estate del 2011, quando l’Italia, allora governata da Silvio Berlusconi, finiva sotto l’attacco dei mercati. Ora c’è la tassa sugli extra profitti con cui fare i conti (qui l’intervista all’economista Stefano Micossi). Se da una parte le banche italiane (che oggi potrebbero riunirsi intorno all’Abi per fare il punto) ieri hanno bruciato in Borsa 9 miliardi di euro, dall’altra c’è il governo che prova ad aggiustare il tiro. Facendo passare più o meno questo messaggio: la tassa sui margini maturati anche grazie al rialzo dei tassi rimane, ma più che un missile contro gli istituti, sarà un tiro di fionda.
Come si è affrettato a precisare lo stesso Tesoro, forse intimorito dal collasso dei titoli bancari a Piazza Affari, la tassazione sugli extraprofitti delle banche prevede “un tetto massimo per il contributo che non può superare lo 0,1% del totale dell’attivo”, per salvaguardare la stabilità degli istituti bancari. La nota del Mef sottolinea che “la misura proposta dal ministro dell’Economia e delle finanze, condivisa e approvata dal consiglio dei ministri nasce sulla scia di norme già esistenti in Europa in materia di extra margini bancari”. Non è tutto.
Il ministero fa sapere anche che “gli istituti bancari che hanno già adeguato i tassi sulla raccolta così come raccomandato lo scorso 15 febbraio con specifica nota da Bankitalia, raccomandazione poi richiamata dal ministro Giorgetti in occasione dell’assembla Abi lo scorso 5 luglio, non avranno impatti significativi come conseguenza della norma approvata ieri in Cdm”. Insomma, il prelievo rimane, ma senza dubbio più morbido.
Il risultato si è visto. Il mercato azionario ha aperto gli scambi in deciso rialzo, trascinato dai titoli bancari e finanziari e di riflesso al resto d’Europa. L’indice Ftse Mib segnava in apertura di contrattazioni un solido +1,22% a 28.284 punti. Piazza Affari realizza in questa fase un parziale recupero con le banche che beneficiano della fissazione comunicata ieri sera dal Mef di un tetto massimo alla tassa sugli extra profitti, pari allo 0,1% del totale dell’attivo. I guadagni delle banche restano comunque limitati rispetto alle perdite precedenti dell’8-10%. Ora Intesa e’ sul +1,8%, Unicredit +2,2%, Bper +1,3%, Bpm +1,5%, Mps +0,6%.