Skip to main content

Extraprofitti e banche. La misura spiegata dal sottosegretario Fazzolari

Il governo “non guarda in faccia a nessuno”. Forte del consenso popolare “non risponde alle banche” e sugli extraprofitti ha fatto una manovra che “nessun esecutivo aveva avuto il coraggio di fare”. In un’intervista al Fatto Quotidiano il sottosegretario ha spiegato la ratio della norma che prevede una tassazione sui profitti degli istituti di credito

La versione di Giovanbattista Fazzolari. Il sottosegretario alla presidenza del Consiglio dei ministri e fedelissimo della premier, difende a spada tratta la misura approvata dal Cdm di lunedì, che prevede il prelievo degli extraprofitti agli istituti bancari. E lo fa – casualità? –  in un’ intervista al Fatto Quotidiano. 

La premessa da cui parte il sottosegretario è che questo esecutivo “non risponde agli interessi delle banche, diversamente da quelli precedenti”. Sì, perché chiaramente il mondo degli istituti di credito non ha ben digerito questa tassazione. In particolare, la reprimenda che Fazzolari affida alle pagine del quotidiano è diretta all’Abi. “Se dicono che non sapevano niente sono scorretti – si legge nell’intervista – perché erano stati informati a più riprese”.

Un passo indietro. Al di là del merito del provvedimento, ciò che viene contestato è anche la “sorpresa” con cui è stato adottato. Lo ha scritto, sul proprio sito, il Financial Times. Ma la presa di posizione del sottosegretario contro le banche è ancor più dura nel passaggio successivo dell’intervista. “Con questa norma andiamo a colpire le banche furbe – scandisce – che in questi mesi hanno fatto utili record”. E Giorgetti, che su questo ha avuto un profilo defilato? “Con il ministero dell’Economia c’è totale compattezza – dice ancora – anche perché è Giorgetti che ha scritto la norma”.

Il sottosegretario parla di misura che in qualche modo corregge una “stortura” che creava un “disequilibrio di mercato”. “C’erano alcune banche – prosegue nel ragionamento Fazzolari – che si comportavano bene, altre meno: alcuni istituti hanno allineato gli interessi attivi a quelli passivi e quindi hanno realizzato minori utili di quelli che non lo hanno fatto”. Con questa misura “andiamo a tassare il differenziale tra i tassi applicati a famiglie e imprese e per chi deposita soldi”.

La sottolineatura del sottosegretario in qualche modo, poi, corregge il tiro. “Non c’è nessuna volontà punitiva – dice a chiare lettere Fazzolari – Tassiamo gli utili delle banche che hanno realizzato degli enormi margini su un comportamento scorretto”.

A proposito degli esecutivi precedenti a quello attuale, il sottosegretario è molto chiaro. “Nessun governo aveva avuto il coraggio di fare questa manovra – ribadisce – gli ultimi esecutivi, a partire da quello di Conte, hanno fatto enormi favori alle banche. Oggi il leader del Movimento 5 Stelle dice “meglio tardi che mai”, ma lui tra Superbonus e obbligo del Pos ha fatto molti favori agli istituti di credito. Favori che Draghi non ha eliminato. Noi invece non guardiamo in faccia a nessuno: non rispondiamo certo agli interessi delle banche”.



×

Iscriviti alla newsletter