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LiciaCube premiato negli Usa. La storia del minisatellite italiano

Il minisatellite italiano LiciaCube, responsabile di aver ripreso direttamente dallo spazio il primo tentativo di deviazione di traiettoria di un asteroide della sonda Dart nonché oggetto italiano a essersi spinto finora più lontano nello spazio, ha vinto il premio Mission of the year promosso dall’American institute of aeronautics and astronautics (Aiaa)

Un nuovo importante risultato per il made in Italy spaziale. Il microsatellite italiano LiciaCube ha vinto infatti il primo premio Aiaa SmallSat award. La notizia è stata data durante la Small satellite conference organizzata alla Utah State University di Logan, negli Stati Uniti. Il piccolo gioiello, frutto della sinergia italiana tra l’Agenzia spaziale italiana (Asi), Argotec e altre realtà accademiche e di ricerca nazionali, si è guadagnato il riconoscimento grazie al monitoraggio fotografico della prima missione di difesa planetaria attiva dell’umanità, attuata con successo dalla sonda Dart della Nasa. La sonda lo scorso anno, a una distanza di 11 milioni di chilometri dalla Terra, ha impattato contro l’asteroide Dimorphos, il più piccolo del sistema doppio Didymos, al fine di testare la tecnica dell’impatto cinetico per deviare la traiettoria di un corpo celeste. L’ottenimento del premio missione dell’anno è in realtà soltanto l’ultimo passo di quello che è stato un lungo processo di aggiudicazione, iniziato con l’individuazione di una rosa di nove finaliste, tra cui LiciaCube era l’unica missione italiana, seguito da un sondaggio online in cui persone provenienti da tutto il mondo hanno votato quella ritenuta la più meritevole. Infine, il comitato Aiaa small satellite technical committee, tenendo conto anche dell’esito del sondaggio, ha individuato nella missione italiana la vincitrice.

Un grande risultato

Come raccontato dal presidente Asi, Teodoro Valente, “il premio a LiciaCube è un grande risultato per l’ampio team di missione e anche per l’intera comunità spaziale nazionale. Il nostro satellite ha contribuito alla prima missione di difesa planetaria della storia, con immagini spettacolari e cruciali per le analisi successive, sia nella conferma del successo di Dart che per investigazioni scientifiche. Questo riconoscimento non può che consolidare il ruolo dell’Italia e dell’Asi come attore e partner affidabile nelle tante iniziative per l’esplorazione che ci vedono spesso protagonisti, come in questo caso”. A commentare l’ottenimento dell’importante premio, è intervenuto anche il fondatore e ceo di Argotec, l’azienda torinese responsabile della costruzione del satellite, David Avino: “Con LiciaCube, abbiamo dimostrato ancora una volta l’affidabilità, l’eccellenza tecnologica e le incredibili prestazioni della nostra piattaforma”. “Stiamo già lavorando a diversi progetti e missioni, in Italia e negli Usa, per continuare a contribuire con la nostra esperienza e know-how non solo alle missioni scientifiche ma anche alla creazione di costellazioni in Leo e nello spazio profondo per fornire servizi di telecomunicazioni e osservazioni”, ha concluso Avino.

LiciaCube

Il 26 settembre dello scorso anno, alle ore 1:14 italiane, a 24140 chilometri orari, la sonda Dart (Double asteroid redirection test) della Nasa ha colpito con successo l’asteroide Dimorphos, cercando di modificarne l’orbita. A fare da vero e proprio fotoreporter cosmico dell’evento è stato appunto LiciaCube, acronimo di “Light italian cubesat for imaging of asteroids”, il primo satellite tutto italiano a operare in totale autonomia da una distanza alla quale nessun veicolo made in Italy si è mai avventurato finora (oltre ad essere anche gestito da un centro di controllo in Italia). Dopo essere stato lanciato nello spazio insieme a Dart il 24 novembre 2021, e aver affrontato un viaggio durato più di dieci mesi, è stato infatti il nanosatellite prodotto da Argotec a catturare immagini direttamente dallo spazio che raffigurano l’impatto della sonda della Nasa con Dimorphos. LiciaCube è da considerarsi il frutto di un vero e proprio lavoro di squadra nostrano al quale hanno partecipato l’Istituto nazionale di astrofisica, il Politecnico di Milano, l’Università di Bologna, l’Università Parthenope di Napoli e l’Istituto di fisica applicata ‘Nello Carrara’ del Consiglio nazionale delle ricerche. Il frutto di tale sinergia è stato il cubesat, che utilizza un’ottica potente e un software basato sull’IA in grado di effettuare il riconoscimento degli oggetti celesti nel campo di vista della camera, di attuare in modo autonomo manovre orbitali e di catturare immagini e dati scientifici che saranno in futuro sempre più indispensabili nella validazione di tale tecnica per la difesa della Terra da potenziali minacce esterne, come gli asteroidi. LiciaCube ha viaggiato quindi integrato su Dart fino a 15 giorni prima dell’impatto, quando è stato separato, attivando e iniziando a operare in autonomia. Dopo una fase di correzione orbitale e navigazione guidata dal team di missione, ha effettuato il passaggio ravvicinato a una distanza di 57 km dall’asteroide colpito da Dart e alla velocità di quasi 7 chilomtetri al secondo, osservando gli effetti dell’impatto principalmente in termini di detriti provocati. Sono state oltre 600 le immagini acquisite dal minisatellite e si sono rivelate di grande rilevanza anche per altri aspetti quali ad esempio la ricostruzione della forma dell’asteroide, consentendo ai team scientifici, nei mesi successivi, di comprendere caratteristiche importanti sulla natura del piccolo corpo celeste.

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