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Settimana di manovre militari nel Mar Cinese

Di Gaia Ravazzolo e Emanuele Rossi

Esercitazioni congiunte di Cina e Russia da un lato, e Usa, Giappone e Australia dall’altro. Il Mar Cinese in questi giorni è pieno di navi da guerra, mentre tensioni esplodono tra Pechino, Hanoi e Manila

Una decine di navi da guerra russe e cinesi (compresa la portaerei Shandong), e altrettante giapponesi, australiane e statunitensi (compresa la Ronald Reagan) si muovono negli stessi giorni a distanza di poche centina di miglia nautiche tra le acque del Mar Cinese – che sta vivendo una nuova stagione di tensioni.

Esercitazioni navali congiunte tra Giappone, Stati Uniti e Australia

Da mercoledì 23 agosto, Stati Uniti, Giappone e Australia si esercitano davanti alle Filippine in un’operazione programmata sotto “Indo-Pacific Endeavour” diventata da dichiarazione del Pentagono un modo per “sottolineare l’impegno per lo stato di diritto nella regione dopo una recente dimostrazione di aggressione cinese nelle acque contese”. Si parla della vicenda che sta segnando maggiormente gli equilibri nella regione in questi giorni: Pechino sta boicottando le operazioni di rifornimento che Manila sta inviando al Second Thomas Shoal, un’area controllata dai filippini nel Mar Cinese Meridionale. Là si trova la Sierra Madre, una nave da sbarco americana della Seconda guerra mondiale acquistata negli anni Settanta dalle Filippine e usata come avamposto militare. Oggi, nonostante i tentativi della Guardia costiera cinese e delle navi della Milizia marittima cinese di bloccare i passaggi, le forze filippine sono riuscite a rifornire la missione.

Tensioni e contestazioni

Ma le tensioni restano e toccano anche il Vietnam. La Cina sta costruendo una pista di atterraggio su Triton Island, un isolotto del gruppo delle Paracels, che si trovano davanti ad Hanoi. I vietnamiti, che contendono da anni la sovranità su parte di quelle acque – porzione del Mar Cinese, su cui Pechino rivendica controllo sostanzialmente egemonico – hanno annunciato la loro volontà di costruire un avamposto militare nelle isole Spratly. E Filippine e Vietnam stanno pianificando un accordo di cooperazione sul Mar Cinese per fronteggiare in modo congiunto l’assertività di Pechino nel bacino. La cooperazione filippino-vietnamita aprirebbe alla possibilità di dialogo operativo con gli Stati Uniti e i suoi alleati. E intanto è possibile che i comandati delle unità americane, giapponesi e australiane che si esercitano in questi giorni si incontrino con i militari di Manila, mentre i Marines filippini e australiani si eserciteranno insieme agli americani.

Aumento dell’assertività

Se le tensioni regionali seguono andamenti storici, le nuove evoluzioni si legano anche a un sostanziale aumento delle attività di Pechino. Per esempio, l’attacco del 5 agosto, attraverso cannoni ad acqua, di una motovedetta della Guardia costiera cinese contro un’unità da rifornimento filippina diretta alla Sierra Madre non è usuale. Tale situazione sta portando a evoluzioni particolari. Per esempio: le Filippine stanno diventando sempre più centrali, con attenzioni crescenti da parte di Giappone, Australia, Corea del Sud e India. O ancora: l’amministrazione Biden starebbe pensando a elevare il Vietnam a partner strategico – aprendo alla possibilità di maggiore cooperazione diplomatica, economica e tecnologica con un vecchio rivale e un Paese da sempre sotto l’influenza di Pechino. Davanti all’aumento della prepotenza nelle rivendicazioni di Pechino, i Paesi della regione cercano spazi alternativi anche pensandosi come nuovi destinatari degli investimenti regionali occidentali, puntando a entrare nel futuro sistema di re-shoring/friendshoring pensato da Stati Uniti, Unione Europea e alleati asiatici per diminuire la dipendenza dalla Cina.

Anche la Russia nella zona

Sempre in questi giorni, navi cinesi e russe che si erano esercitate insieme tra le acque delle Auleutine mentre i rispettivi ministri degli Esteri (entrambi sotto sanzioni occidentali) si incontravano a Mosca, sono scese verso sud e entrate nel Mar Cinese Orientale. Navigano davanti al Giappone, contro cui la Russia ha una controversia territoriale aperta per le Isole Kuril (e una fase di scontro legata alla linea giapponese pro-Ucraina). Queste manovre congiunte sono state importanti perché hanno incluso la guerra antisommergibile (Asw), ossia la componente più segreta della guerra navale. Condividere competenze, dati ed esperienza indica alti livelli di fiducia: indizi interessanti se si considera che la relazioni tra Mosca e Pechino abbia ancora vari limiti (dovuti anche alla sfiducia storica reciproca).

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