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Guai a tornare indietro sul Patto di stabilità. Fitto avverte l’Europa

Il ministro per gli Affari Europei dal palco del Meeting di Comunione e Liberazione lancia un monito, in vista di una riforma delle regole di bilancio tutt’altro che scontata. E su una Ue formato extra large bisogna stare attenti a non farsi prendere la mano

L’Europa non può cambiare volto e pelle senza nuove regole di bilancio. La pandemia, ma anche la guerra e l’inflazione, hanno insegnato che senza deficit non è possibile sostenere l’economia nei momenti difficili. Raffaele Fitto, ministro per gli Affari Europei, intervenuto al Meeting di Rimini all’indomani di Giancarlo Giorgetti, ha delineato uno scenario che sa tanto di bivio: o l’Europa approva in modo compatto la riforma dei vincoli ai conti pubblici, attesa entro fine anno, o si tornerà all’anno zero dell’austerità.

“Se non si trova un accordo su questo nuovo modello del Patto di Stabilità, dal primo gennaio, il rischio è che subentrino le vecchie regole”, ha messo in chiaro Fitto, dal palco del Meeting di Comunione e Liberazione in corso a Rimini. Il senso è chiaro, non è possibile tornare indietro, non con i disavanzi messi sotto stress da anni di spesa per famiglie e imprese. Ovviamente il Patto è solo una delle facce dell’Europa.

“Dentro la questione istituzionale, certamente fondamentale, esiste un tema collegato alle grandi priorità sulle quali bisogna interrogarsi e dare delle risposte concrete. Il tema della difesa, il tema della politica estera, il tema collegato ai grandi flussi migratori, il tema collegato alle politiche industriali sono i pilastri su cui è necessario oggi interrogarsi per dare all’Europa questa funzione, evitando che l’Europa, talvolta, occupandosi di tanto altro rischi di entrare in contrasto nel rapporto con i singoli Stati membri”, ha chiarito Fitto.

“In questa direzione servirebbe un nuovo modello e, da qui al prossimo anno, bisognerà lavorare molto per costruire un progetto che sia in grado di tenere dentro queste grandi priorità e soprattutto di definire un contesto europeo non tanto in grado di guardarsi al proprio interno, ma cercando di guardare al proprio esterno, in grado di confrontarsi con tutti gli altri giganti. Questa è la sfida che abbiamo davanti”. Fitto ha poi toccato il tema dell’allargamento dell’Ue.

“Ucraina, Moldova, Georgia e i Paesi dei Balcani hanno lo status di candidati ma, ipotizzare da oggi per i prossimi anni un’Europa così grande, non comporta solamente il lanciare il cuore oltre l’ostacolo ma anche una riflessione: le nozze non si fanno con i fichi secchi. Che capacità finanziaria e che modello immaginiamo noi per costruire questa dimensione?” Secondo il ministro si tratta di “tematiche che vanno messe di fronte alle scelte da mettere in campo perché, diversamente, rischiamo di aprire una riflessione più generale senza poi avere la capacità, i mezzi e le strutture per poterla realizzare”.

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