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Parte la missione lunare giapponese. Anche Tokyo si rilancia nello spazio

Il Giappone ritorna tra i protagonisti della corsa per l’esplorazione spaziale. La Jaxa ha lanciato con successo il modulo lunare Slim, che si prepara a testare un atterraggio di precisione entro l’inizio del prossimo anno. Ora, nei piani futuri di Tokyo, vi sono ulteriori esplorazioni spaziali con l’India e contributi al programma Artemis della Nasa, promettendo nuove scoperte

Il Giappone, dopo i rinvii per maltempo, ha riacceso i motori della sua ambiziosa corsa spaziale e lo ha fatto con il lancio di un razzo H2A dal Tanegashima Space center, situato nella prefettura sud occidentale di Kagoshima. A bordo del veicolo spaziale si trovava il modulo lunare sviluppato dalla Japan aerospace exploration agency (Jaxa), che testerà la tecnologia degli atterraggi di precisione sulla Luna, anche in vista di future missioni di esplorazione spaziale. Questo evento segna un vero e proprio nuovo capitolo nella storia spaziale giapponese, dopo il fallimento del lancio inaugurale del prototipo H3 di nuova generazione avvenuto a marzo. Se la missione avrà successo, e non subirà quindi la sorte dell’ultima sonda russa ma atterrerà sulla superficie del naturale satellite terrestre, il Giappone si unirà infatti a un esclusivo gruppo di Paesi – composto dagli Stati Uniti, Cina, ex Unione Sovietica e in ultimo l’India – che hanno raggiunto con successo la superficie lunare. Così il Giappone si prepara a sbarcare sulla Luna all’inizio del prossimo anno.

Verso un atterraggio di precisione

Il modulo lunare Slim, trasportato dal razzo H2A, è il vero e proprio cuore pulsante di questa missione. Il suo scopo è dimostrare la possibilità di atterrare sulla Luna riducendo l’errore a meno di 100 metri dalla destinazione prescelta. Una sfida che rappresenta un notevole passo avanti rispetto alle attuali tecniche di atterraggio nipponiche, che hanno garantito finora un’accuratezza che varia da diversi a decine di chilometri. Una volta raggiunta la superficie lunare, il modulo Slim si concentrerà sull’analisi della composizione delle rocce olivine presenti nei dintorni del sito di atterraggio. Tale studio si può rivelare significativo per fornire indizi sulla genesi e l’evoluzione della Luna, gettando nuova luce sull’origine del nostro satellite naturale. L’impegno giapponese non è però soltanto scientifico e tecnologico e si traduce anche sul piano economico. L’impresa lunare è infatti costata al Paese del Sol Levante 100 milioni di dollari.

Cooperazione della ricerca spaziale

Oltre al modulo Slim, il razzo H2A ha trasportato inoltre in orbita il satellite astronomico Xrism, frutto di un progetto congiunto tra la Jaxa, la Nasa e l’Agenzia spaziale europea (Esa). Questo telescopio spaziale avrà il compito di studiare la cosmologia del plasma all’interno delle stelle e delle galassie, fornendo così informazioni potenzialmente cruciali per la comprensione dell’evoluzione dell’universo.

Le sfide passate e future di Jaxa

Negli ultimi anni la Jaxa ha affrontato alcune difficoltà, con diversi fallimenti durante lanci precedenti. Tuttavia, questo recente successo dimostra che l’agenzia spaziale giapponese è determinata a superare le sfide e a continuare a contribuire in modo significativo alla ricerca spaziale globale. Ma le ambizioni in orbita di Tokyo non si fermano e in cantiere vi sono ad esempio futuri progetti di esplorazione lunare con l’India e il contributo al programma Artemis della Nasa. Il Paese mira dunque a realizzare ulteriori missioni di esplorazione spaziale che potrebbero portare a nuove scoperte e avanzamenti significativi nell’ambito dell’astronomia e dell’esplorazione. La corsa globale alla Luna non si ferma e, anzi, accelera.

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