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Che fine ha fatto il ministro della Difesa cinese?

Il ministro della Difesa da alcune settimane non appare in pubblico. Li Shangfu potrebbe essere parte di alcune operazioni anti-corruzione con cui Xi Jinping sta effettuando una pulizia di immagine alla sua Cina

Dopo la rimozione dell’ex ministro degli Esteri Qin Gang a luglio, scomparso dalla circolazione e ancora non riemerso, e le recenti epurazioni all’interno della Forza missilistica dell’Esercito Popolare di Liberazione (PLA), anche il ministro della Difesa cinese, Li Shangfu, è vistosamente assente dalle apparizioni pubbliche da oltre due settimane.

Va detto prima di andare avanti che spesso certe storie su certe sparizioni in Cina vengono alimentate da ricostruzioni speculative e disinformazione all’interno della diaspora, e spesso non portano a nulla di significativo. Il mondo del Partito/Stato cinese resta sufficientemente impenetrabile, anche se a volte arrivano alla superficie criticità — come quelle espresse dagli anziani del partito durante il ritiro di Beidaihe.

Narrazioni e interessi

Stante anche a questo clima politico, che incrocia le reali difficoltà che il leader Xi Jinping ha nel gestire e rinvigorire l’affaticamento dell’economia, le speculazioni sull’assenza di Li sembrano però più che plausibili. Li è esperto di appalti militari (gli acquisti di armamenti russi nel 2018 gli sono costati una sanzione statunitense collegata all’invasione della Crimea di quattro anni prima), di logistica e di missilistica, avendo guidato in precedenza, per un decennio, il Centro di lancio satellitare di Xichang. C’è il ragionevole sospetto che il suo nome possa essere collegato agli scandali di corruzione all’interno della Pla Rocket Force.

Potrebbe essere stato messo da parte per una questione di immagine? Se coinvolto in qualche episodio torbido di corruzione, l’intento della leadership potrebbe essere stato quello di sostituirlo evitando clamori, allentandolo prima dalla scena pubblica per rendere meno netta l’uscita. D’altronde, se così fosse è comprensibile la misura anti-corruzione, a maggior ragione in un momento di difficoltà economica, con i cittadini portati ad accettare un nuovo patto sociale che prevede un ulteriore aumento del controllo del Partito. Affidamento al Partito perché unico in grado di cavalcare i flutti e portare la collettiva cinese fuori dalla tempesta, così dice la narrazione attuale. Per richiedere quell’affidamento, però, il Partito deve essere affidabile — non corrotto, o almeno senza eccessi.

Alla preoccupazione di affrontare le sfide politiche interne, e di evitare danni di immagine, si potrebbe legare anche l’assenza di Xi stesso da alcuni incontri internazionali programmati. In particolare, ha recentemente saltato il vertice annuale del G20 in India (anche se poteva esserci anche un’aliquota strategica nella scelta) e questo solleva dubbi sulla sua partecipazione ai prossimi eventi, come la riunione dei leader della Cooperazione economica Asia-Pacifico a San Francisco a novembre. Aveva anche evitato di parlare al Forum economico durante la riunione dei Brics, preferendo di far leggere un discorso al ministro del Commercio.

Repulisti nell’industria militare

La ricostruzione sul destino di Li si potrebbe legare anche al repulisti in atto da un po’ all’interno del sistema dell’industria militare. Secondo le fonti del giornalista Zhao Lanjian, varie figure, meno noti in Occidente, ma che in Cina avevano un ruolo non indifferente, sono finite nel tritacarne dell’anti-corruzione. Per esempio, Liu Shiquan, presidente della China North Industries Group Corporation; Yuan Jie, presidente della China Aerospace Science and Industry Corporation; Chen Guoying, direttore generale di China North Industries Group Corporation; Tan Ruisong, presidente di Aviation Industry Corporation of China, che è stato rimosso dalla sua posizione nel marzo 2023.

Non ci sono ulteriori conferme, ma attorno a questi nomi c’è molto rumore sui social media internazionali e cinesi. Questi alti funzionari di imprese militari sarebbero finiti nella lente della Commissione centrale per l’ispezione disciplinare del Partito. La situazione suggerisce che anche altre figure di medio/alto profilo potrebbero subire ripercussioni, o che voci su di esse inizino a circolare. Venerdì  8 settembre, Xi Jinping ha ispezionato il 78° Gruppo d’armate del Pla: il potere militare è parte caratterizzante dell’era di Xi, sia come strumento di proiezione politica internazionale, sia come network interno.

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