Armi, missili, petrolio e stabilità economica. Nonostante le apparenze, il do ut des militare del vertice russo-nord coreano è destinato a influire sul destino dei protagonisti diretti, Putin e Kim Jong Un e del convitato di pietra Xi Jinping. L’analisi di Gianfranco D’Anna
Un vertice intriso di mistero e giallo fra due autocrati enigmatici, contorti e spietati come Kim Jong Un e Vladimir Putin. Nonostante sia stato da giorni ampiamente magnificato dalla stampa di regime dei duePaesi, alla vigilia dell’incontro ancora non si conosce esattamente quando e dove si svolgerà.
Se a Vladivostok dove Putin sta partecipando ad un forum economico orientale annuale o in una località segreta. Viene però dato per certo che al termine non ci sarà alcuna conferenza stampa, come ha precisato il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov.
Non che Putin e Kim Jong Un abbiano mai tenuto in conto l’opinione pubblica russa e nord coreana, ma una così plateale dimostrazione di dittatura assoluta e totalitaria si riscontra soltanto nella storia delle peggiori tirannie recenti. Come quelle di Pol Pot in Cambogia, Gheddafi in Libia, Bokassa nella Repubblica Centrafricana e Pinochet in Cile.
Dietro la facciata del rafforzamento strategico militare e della grande alleanza ideologica asiatica vetero comunista contro l’Occidente, si celerebbero in realtà le debolezze dei due regimi dietro i quali si intravede la partecipazione ombra della Cina.
Prima ancora di parlare di scambio fra l’arsenale di Pyongyang e il petrolio di Mosca, la Corea del Nord vorrebbe acquisire tecnologia nucleare e spaziale russa per completare lo sviluppo dei missili intercontinentali e la costruzione di sommergibili atomici. Secondo le intelligence americana, inglese ed europea non è scontato che i calibri dei proiettili d’artiglieria coreani siano compatibili con i sistemi d’arma russi. E resta da vedere se verrà attivato un ponte aereo o dei trasporti ferroviari.
Il percorso dei convogli ferroviari dovrebbe attraversare la Cina e il che potrebbe celare l’occultamento delle forniture di armamenti non ufficiali a Mosca da parte di Pechino.
Assieme a Putin ai colloqui parteciperà il ministro della Difesa russo, Sergei Shoigu. Mentre Kim Jong Un sarà affiancato dal responsabile del Dipartimento industriale delle munizioni, Jo Chun Ryong, dal Presidente della Commissione Spaziale Park Thae Song e da Kim Myong Sik, l’ammiraglio artefice del varo del primo sottomarino nord coreano con missili nucleari. Il soccorso rosso all’armata russa del regime di Pyongyang, presuppone l’evidente consenso della Cina comunista che probabilmente sta valutando se e in che misura mantenere a galla il regime di Putin e tenere sulla corda Stati Uniti Europa e occidente.
Qualche elemento utile per decifrare l’incognita cinese è atteso dalla missione di pace per l’Ucraina affidata da Papa Francesco al cardinale Matteo Zuppi che nelle prossime ore incontrerà Pechino il premier Li Qiang.
Paradossalmente la missione dell‘inviato speciale del Vaticano é favorita dall’infelice dichiarazione dell’esponente del vertice ucraino che ha definito filorusso il romano pontefice. Un’affermazione che ignora quanto meno la peculiarità gesuitica di Bergoglio e che comunque agli occhi dei cinesi fa apparire ulteriormente imparziale e non pregiudizialmente filo occidentale il Cardinale Zuppi, che a Pechino farà leva sulla comprovata forza compassionevole e autenticamente pacifista della Santa Sede.
Con gli sviluppi asiatici del vertice Putin e Kim Jong gli scenari della guerra scatenata da Mosca con l’invasione dell’Ucraina si avviano ad una ulteriore fase.
Invece che rappresentare un vantaggio per i russi l’eventuale apporto di armamenti nord coreani potrebbe tuttavia segnare una ulteriore escalation di forniture militari e d’assistenza strategica da parte degli Stati Uniti, della Nato e dell’Europa nei confronti di Kiev.
Rischi di escalation che accentuerebbero il marasma economico commerciale globale provocato dal conflitto ucraino e che si spera vengano valutati e disinnescati da Pechino. Se non altro per non aggravare il rallentamento dello sviluppo economico cinese.
L’enigma cinese questa volta si trova di fronte a scelte concrete che saranno svelate dai fatti delle prossime settimane: diluire e sostanzialmente vanificare l’apporto militare nord coreano alla Russia, oppure far finta di niente e sotterraneamente alimentarlo.
In ogni caso la soluzione è destinata a influire sul destino dei due protagonisti diretti, Putin e Kim Jong Un, ma anche del convitato di pietra del vertice russo nord coreano: Xi Jinping.