Si conclude la terza edizione del premio dedicato all’arte contemporanea, “Ala art prize” che quest’anno era dedicato al tema dell’habitat, inteso come metafora per un ambiente ideale. L’opera vincitrice, “Acque, Amare” di Bea Bonafini, verrà esposta nei quartier generali della società. Tutti i dettagli…
Creare uno spazio di condivisione tra il mondo aziendale e l’arte contemporanea. È l’obiettivo dell’edizione di quest’anno della competizione di Ala spa, “Ala art prize”, che giunge al termine con la presentazione di “Acque, Amare”, l’opera dell’artista vincitrice Bea Bonafini. Iniziativa di Ala for art, la competizione è stata promossa dalla società con lo scopo di costituire una collezione permanente da esporre negli spazi della Mostra d’oltremare di Napoli. Il gruppo è quotato su Euronext growth Milan di Borsa italiana, ed è leader in Italia e tra i principali player a livello globale nell’offerta di servizi di logistica integrata e nella distribuzione di prodotti e componentistica per l’industria aeronautica e aerospaziale sia in ambito civile sia nel settore della Difesa.
Aprirsi a nuovi linguaggi
L’opera che ha conquistato il podio, come raccontato dal vice presidente di Ala Vittorio Genna, offre “una lettura di Napoli e del Mediterraneo in cui ci ritroviamo: l’attenzione al locale è infatti per noi da sempre interconnessa con un’innata propensione verso tutto ciò che idealmente rappresentano i contesti nazionale e internazionale”. Ed è stato proprio questo interesse per la contaminazione l’elemento comune tra l’opera di Bonafini e la volontà dell’azienda ad aprirsi a nuovi linguaggi, tenendo sempre saldo il forte legame con il territorio napoletano e campano. Alle parole di Genna si sono aggiunte quelle del presidente di Ala, Fulvio Scannapieco, che ci ha tenuto a raccontare da quali volontà sia nato il progetto: “Come imprenditori sentiamo forte il desiderio di condividere e generare valore, di fare della sostenibilità un investimento concreto per il futuro. Supportare le artiste e gli artisti nello sviluppo della propria ricerca è quindi parte del nostro contributo verso un modello di impresa che guarda all’arte e alla cultura come attivatori di connessioni tra l’azienda e le comunità”.
L’evento di premiazione
La serata conclusiva rappresenterà inoltre un’occasione per condividere l’esperienza accumulata da Ala for art, grazie a una pubblicazione che racconta, attraverso i testi di Eugenio Viola e Alessia Volpe, il lavoro “Luciferasi” di Alberto Tadiello, vincitore della seconda edizione del premio. L’opera vincitrice di quest’edizione si andrà infatti ad aggiungere alla crescente collezione artistica dell’azienda che, con i fondi dell’Ala for art Acquisition program avviato lo scorso anno, si sta arricchendo anche di opere di altri artisti, tra cui Andrea Bolognino, Antonio Della Guardia e Giorgia Garzilli.
Ala art prize
L’opera di Bea Bonafini è stata selezionata tra le proposte arrivate da artisti italiani e stranieri under 40 attivi su tutto il territorio italiano. L’habitat, inteso come metafora per un ambiente ideale, fisico e relazionale è stato il tema centrale di questa terza edizione e sta a indicare la misura del tempo impiegato da un oggetto, una particella o un’onda per percorrere una certa distanza in un mezzo determinato. Il comitato scientifico che ha decretato il vincitore era composto dal direttore della Kunst Halle di San Gallo e curatore di Art Basel Unlimited, Giovanni Carmine, dal chief curator del Mambo di Bogotà e curatore del padiglione Italia 2022 alla 59esima Biennale di Venezia, Eugenio Viola, e dalla curatrice indipendente e Direttrice della Galleria Ciaccia Levi di Parigi, Alessia Volpe.
L’opera vincitrice
“Acque, Amare” è un’opera ispirata all’immaginario partenopeo e all’ecosistema marino, integrandosi nel percorso artistico dell’autrice e rispecchiando l’idea di habitat come voluto dal tema della terza edizione del premio. Il lavoro dell’autrice intreccia racconti e leggende del Mediterraneo e di Napoli, focalizzandosi sulla figura di Partenope, la sirena protettrice della città. La dualità tra uomo e pesce emerge nel titolo e nei soggetti delle sirene, rappresentate come creature marine in movimento. L’opera, realizzata con la tecnica dell’intarsio, combina sagome di fibre domestiche e industriali, valorizzate con colorazioni a pastello fatte a mano, creando un collage di tessuti che riflette le trame del territorio.
(Foto: Ala)