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Irini cambia il comando tattico e conferma la presenza Ue nel Mediterraneo

Irini cambia comando tattico, il commodoro greco Bakalakos riceve le consegne dal collega italiano Rinaldi al porto di Napoli. La missione europea per il controllo del Mediterraneo centrale fa un bilancio operativo, in un momento in cui il dossier libico è ancora instabile

Domenica 1 ottobre, presso il molo Angioino del porto di Napoli, sulla nave anfibia San Giusto della Marina Militare italiana si è svolta la cerimonia di passaggio di consegne del comando tattico delle Forze in mare dell’Operazione “EU Naval Force Mediterranean Irini” presieduta dall’ammiraglio di divisione Stefano Turchetto, comandante dell’Operazione.

La cerimonia ha visto il contrammiraglio italiano Valentino Rinaldi cedere, dopo sei mesi, il comando al commodoro Kostantinos Bakalakos, della Marina Greca. Il Comando delle Forze in mare cambia infatti ogni sei mesi a rotazione tra Italia e Grecia. Roma e Atene rivestono un ruolo nevralgico nell’operazione, considerata centrale nell’ambito della Politica di sicurezza e difesa comune (Psdc) dell’Ue.

Il Comandante delle Forze in mare gestisce tutte le risorse aeronavali operanti nell’area di operazioni, nonché le strutture operative e logistiche a terra di Irini. Il commodoro Bakalakos ed il suo staff multinazionale imbarcherà sulla fregata greca Aegean, nuova Flagship dell’Operazione che sarà affiancata da Nave Grecale, Fregata della Marina Militare Italiana.

Lanciata il 31 marzo 2020, Irini rappresenta un importante contributo dell’Unione europea alla sicurezza e alla pace in Libia, sostenendo l’attuazione delle risoluzioni del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite che vietano l’invio di armi o materiali bellici alla Libia.

Oltre a questo che è il compito principale, sempre sotto egida Onu e su mandato del Consiglio d’Europa, l’operazione raccoglie informazioni utili al contrasto delle esportazioni illecite di petrolio dalla Libia nonché quelle relative al traffico di esseri umani dalle coste del paese africano.

Nell’arco dei tre anni di attività, l’operazione ha prodotto complessivamente 42 rapporti inviati al Comitato Responsabile del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite sulla Libia così come previsto dalle relative risoluzioni.

23 Stati membri dell’Ue partecipano ad Irini con navi, aeromobili e personale militare e civile. Attualmente, due unità navali, sei aeromobili e più di 600 persone compongono la Forza europea, con ulteriori navi ed aeromobili occasionalmente designati a supporto.

Sin dall’inizio EuNavFor Med Irini, ha condotto quasi 12000 interrogazioni e più di 500 visite a bordo con il consenso dei comandanti. Inoltre con l’approvazione degli stai di bandiera sono state condotte 26 ispezioni su navi mercantili sospette, contribuendo al rafforzamento della maritime situational awareness (MSA) nell’area di operazioni e, da sottolineare, sequestrando in due occasioni, quasi 150 veicoli modificati e corazzati per uso militare diretti in Libia in violazione dell’embargo imposto dalla risoluzione 1970 del 2011.

Intercettare questi traffici illeciti è determinante se si considerano due elementi. Da un lato le dinamiche interne alla Libia, Paese ancora senza stabilità e con rischio derive violente sempre dietro l’angolo: maggiore è il numero delle armi sul territorio, maggiore potrebbe essere la volontà degli attori interni di risolvere l’impasse politica con la forza. Dall’altro, gli interessi crescenti di attori come la Russia, che sembrerebbe mirare proprio a sfruttare la condizione caotica libica per ottenere la concessione di un porto in Cirenaica, come base navale avanzata nel Mediterraneo.

Venerdì, era stato il Comitato Politico e di Sicurezza (CoPS) dell’Unione europea, presieduto dall’ambasciatrice Delphine Pronk, a visitare il personale di Irini a bordo del San Giusto nel Golfo di Napoli. Pronk, che è vicedirettrice politica dell’European External Actions Service, si è detta “impressionata” dal lavoro svolto da Irini a dimostrazione della grande considerazione di cui l’operazione gode a Bruxelles.

In quell’occasione, il sottosegretario alla Difesa italiano, Matteo Perego di Cremnago, ha sottolineato l’impegno continuo dell’Italia nell’Operazione, che fornisce una parte significativa degli assetti aerei e navali impegnati, nonché basi operative e logistiche sul suolo nazionale e circa la metà dell’intero personale di Irini.

“Oggi la Bussola Strategica si afferma come strumento indispensabile per delineare il perimetro di una cultura strategica comune e, soprattutto, per definire gli indirizzi, anche politici, necessari a dare concretezza all’auspicato e meritato ruolo di attore globale dell’Unione Europea. È quanto mai necessario, pertanto, dare esecuzione a quanto abbiamo approvato con il citato documento, che ha profonde implicazioni per gli impegni operativi, come l’Operazione Irini, lo sviluppo capacitivo e la cooperazione industriale”.

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