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Hamas come l’Isis. Intervista esclusiva al portavoce della diplomazia israeliana

Portavoce ministero Esteri Israele

Il portavoce del ministero degli Esteri israeliano, Hassan Kabia, spiega a Formiche.net in che modo lo Stato ebraico intende reagire all’attacco dei miliziani islamici

L’aggressione armata condotta dai miliziani di Hamas sui villaggi israeliani intorno alla Striscia di Gaza ha mostrato qual è il vero volto della formazione palestinese. A spiegarlo a Formiche.net è il portavoce del ministero degli Esteri di Israele, Hassan Kabia.

“Quasi mille persone, tra civili, militari e forze di polizia israeliani sono stati uccisi in poche ore. L’organizzazione terroristica di Hamas ha lanciato un attacco brutale e mortale su larga scala sui cittadini israeliani, attraverso l’infiltrazione terroristica negli insediamenti del sud. Hanno lanciato razzi a caso contro cittadini israeliani su Tel Aviv e Gerusalemme, non rispettando alcun principio”.

Secondo il funzionario israeliano quindi “dopo queste atrocità commesse da Hamas, il mondo intero sa che questo gruppo è uguale all’Isis. La battaglia è iniziata molto male per noi ma finirà ancora peggio per loro. La guerra ci è stata imposta da terroristi che non hanno religione e celebrano l’uccisione delle donne. Hanno rapito civili, anziani e persone di ogni età. Questo è il nemico malvagio che vuole la guerra e la otterrà”.

Kabia conferma l’intenzione di Israele di andare fino in fondo nell’operazione militare in corso a Gaza. “Hamas ha iniziato una guerra e Hamas è quello che controlla la Striscia di Gaza. Tutto il resto, tutti gli aspetti della vita nella Striscia di Gaza sono dietro questo attacco e ne subiranno le conseguenze”.

Israele ribadisce la piena responsabilità della crisi da parte della formazione palestinese e la necessità di difendere il suo popolo da attacchi di questo tipo. “L’attacco è arrivato nonostante Israele fosse impegnata da tempo nel riportare la calma nella Striscia di Gaza. Stavamo investendo allo stesso tempo negli sforzi per aumentare il livello dell’economia palestinese con particolare attenzione ai progetti a lungo termine a Gaza. In questo contesto sono iniziate le discussioni sull’attuazione del programma gas per Gaza”.

Quindi mentre Israele lavorava per raggiungere la stabilità sul terreno, promuovendo progetti a lungo termine, “Hamas è passato all’azione con un piano terrorista omicida e distruttivo che mira a danneggiare Israele e destabilizzare la regione. L’attacco rivela, ancora una volta, il vero volto delle organizzazioni terroristiche affamate, prive di ogni impedimento morale, spinte dall’odio. Con il solo desiderio di danneggiare in qualsiasi modo i cittadini di Israele e di distruggere uno Stato come il nostro”.

Hamas però non si preoccupa nemmeno della sicurezza e del benessere dei cittadini della Striscia di Gaza. “Li considera nient’altro che pedine nei suoi sforzi per danneggiare i cittadini israeliani”, ha aggiunto Kabia.

Il portavoce del ministero degli Esteri israeliano precisa anche che “le accuse mosse da Hamas e da altre organizzazioni contro Israele sono infondate. Le dichiarazioni terroristiche secondo cui la moschea di Al-Aqsa è in pericolo rappresentano il disperato tentativo di giustificare gli attentati e di collegarli alla visita degli ebrei alla zona dove si trova la Moschea. È una cortina di fumo che non ha nulla a che fare con la realtà. Questa è una falsa affermazione progettata per infiammare gli animi e avere maggiore sostegno dai gruppi estremisti”.

Dietro questa crisi però c’è l’Iran, di cui Hamas è divenuto il braccio armato. Per Kabia “sono gli Ayatollah in Iran che incoraggiano proattivamente l’attività terroristica contro obiettivi israeliani ed ebraici in tutto il mondo. Il presidente iraniano Ebrahim Raisi ha parlato con il capo dell’ufficio politico di Hamas, Ismail Haniyeh, e il segretario generale della Jihad islamica, Ziad Nakhal“.

Il funzionario israeliano ha infine precisato che “gli abitanti della Striscia di Gaza non sono nemici di Israele, ma sono al servizio delle organizzazioni terroristiche, inconsapevolmente o intenzionalmente. Vengono usati per questo i centri abitati e le basi sono adiacenti a edifici e istituzioni. Israele sta facendo e farà tutto ciò che è in suo potere per prevenire danni ai civili, ma le organizzazioni terroristiche agiscono consapevolmente ai danni della popolazione civile e commettono un doppio crimine di guerra”.



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