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Una portaerei europea? Per Breton (e Fincantieri) si può fare

Per il commissario Ue al Mercato interno, Thierry Breton, l’Unione deve aumentare il suo livello di ambizione nella difesa, e lancia l’idea di un portaerei europea, oltre che di sistemi di difesa antiaerea e spaziali comuni. Per Fincantieri, veterana delle collaborazioni navali europee, l’idea si può fare, basta avere la volontà politica

Una portaerei europea. L’idea, per quanto ambiziosa, arriva proprio da Bruxelles per voce del commissario Ue al Mercato interno, Thierry Breton, i cui compiti ricoprono anche le iniziative per la Difesa comune. Parlando alle grandi aziende del settore europeo alla terza edizione dell’European Defence and security conference nella capitale belga, Breton ha infatti sottolineato come “con il ritorno dei un conflitto ad alta intensità sul continente europeo, non abbiamo altra scelta” che investire in tutti i campi della difesa, tra cui anche “una nave portaerei per pattugliare i mari, un sistema di difesa aerea, chiamato Eurodome (“l’Eurocupola”) e una capacità di individuazione e identificazione delle minacce nello spazio comune”.

Ambizioni europee

Per Breton, dunque, l’Unione deve potenziare le proprie ambizioni anche in aree precedentemente ritenute fuori dalla portata d’azione dell’Ue, intensificando il supporto per le industrie della difesa del Vecchio continente di fronte alla minaccia rappresentata dalla Russia dopo l’invasone dell’Ucraina. La Commissione “deve presentare un programma ambizioso di investimenti per la Difesa” che assicuri il sostegno “alla produzione di munizioni e missili, ma che garantisca al contempo lo sviluppo di programmi bandiera come vascelli e programmi di difesa missilistica di nuova generazione” ha detto Breton, anticipando in parte i temi che dovrebbero essere inseriti nella prossima Strategia di difesa industriale europea pianificata per il prossimo 8 novembre.

Potenziare i fondi

Tra le altre iniziative lanciate da Breton c’è anche quella di collegare insieme gli otto miliardi del Fondo europeo per la Difesa, che tra l’altro dovrebbe essere potenziato – ha segnalato Breton – con i fondi messi a disposizione dall’Edirpa per il procurement congiunto, trecento milioni, e quelli Asap per finanziare il rinfoltimento di missili e munizioni europei ridotti a causa dell’invio di aiuti all’Ucraina, altri cinquecento milioni. “Ci serve un programma che cristallizzi l’ambizione europea, che diventi un precursore di un reale programma industriale per la difesa all’interno del prossimo framework finanziario multi-annuale del budget Ue” ha osservato Breton, aggiungendo come “il nostro obiettivo è chiaro, dobbiamo sostenere e allargare l’Asap e l’Edirpa, dobbiamo evitare uno shut down della difesa nel 2025 e costruire un ponte verso il prossimo budget Ue”. E per fare questo, ha sottolineato Breton, ci sarà bisogno del supporto dell’industria europea.

Fincantieri risponde all’appello

L’idea di Breton per una portaerei europea è stata subita raccolta dall’amministratore delegato di Fincantieri, Pierroberto Folgiero, che ha confermato come “concettualmente, abbiamo tutti gli ingredienti” per farlo. Per il manager italiano, infatti, l’idea di Breton è “un obiettivo molto ambizioso ed emblematico, ma che ha senso in ogni suo aspetto”. Fincantieri, del resto, partecipa già a diversi programmi congiunti europei su vascelli militari, come dimostrato dalla joint venture Naviris insieme alla francese Naval Group, una piattaforma che potrebbe essere alla base del progetto di una portaerei Ue. In questo quadro, per esempio, Fincantieri sta partecipando alla realizzazione della Corvetta da pattugliamento europea. Un altro esempio di collaborazione europea di successo sono le fregate classe Orizzonte o Fremm, riconosciute tra le migliori unità al mondo e frutto della collaborazione italo-francese. Per Folgiero, dunque, pur mancando piani precisi e scadenze, la linea è semplice “se c’è la volontà, si trova la strada”.



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