La segretaria Pd al fianco del presidente Usa secondo cui “occupare Gaza sarebbe un errore”. Ma non tentenna su “una ferma e netta condanna degli attacchi di Hamas”. Il governo fa tagli che minano i diritti dei cittadini, ma la manifestazione generale è terreno del sindacato, aggiunge
“Bisogna riprendere il processo di pace in Medio Oriente, quello che guarda alla soluzione dei due popoli e due Stati perché sia israeliani che palestinesi hanno diritto di vivere in pace e sicurezza. E da questo punto di vista apprezziamo che anche il ministro [Antonio] Tajani abbia detto che l’impegno del governo va in questa direzione”. E ancora: quelle contenute nell’appello del presidente statunitense Joe Biden a non far diventare la situazione in Medio Oriente un nuovo 11 settembre “sono parole importanti come quelle che ha detto qualche giorno fa dicendo che occupare Gaza sarebbe un errore”. Elly Schlein, segretaria del Partito democratico, ha rilasciato questa mattina un’intervista in cui ha chiarito la posizione del suo partito su quanto sta succedendo in Medio Oriente, ma non solo. Puntini sulle i messi anche sulla manovra, sulla scelta del governo di rimandare in commissione parlamentare il salario minimo e sulla possibilità di uno sciopero generale.
“La situazione è drammatica e preoccupante. Noi dall’inizio abbiamo fatto una ferma e netta condanna degli attacchi di Hamas”, ha scandito Schlein ai microfoni di Rtl 102.5. Entrando ancora più nel merito ha specificato che solo “dopo abbiamo chiesto di fermare l’escalation. Sono già moltissime le vittime civili. Ospedali e scuole non possono mai essere colpiti, nemmeno nei contesti di guerra. Ieri abbiamo chiesto al ministro Tajani di adoperarsi per garantire corridoi umanitari e per le zone sicure”. “Sconfiggere Hamas non può voler dire punire collettivamente tutta la popolazione di Gaza. Il Partito democratico”, ha aggiunto, “usa i suoi canali internazionali per dare il suo contributo diplomatico per cercare di fermare l’escalation. Non possiamo vedere altre vittime civili, bisogna riprendere il processo di pace in Medio Oriente”. Ha poi chiarito con fermezza che “non è accettabile inneggiare agli attentati terroristici di Hamas che hanno ucciso 1.400 civili israeliani. D’altra parte, la causa palestinese è un’altra cosa. Anche il popolo palestinese ha diritto di esistere e di vedersi riconoscere uno Stato. In questi anni c’è stato un colpevole abbandono del processo di pace in Medio Oriente da parte della comunità internazionale”. Insomma, la segretaria dem ha fatto sua la linea già tracciata dal presidente Biden, ieri in visita in Israele. “Penso che in democrazia ci sia un confine tra giustizia e vendetta che non va mai valicato”, ha concluso la segretaria dem.
Non solo Medio Oriente, però. Ha parlato anche di quanto succede in Italia, Schlein, soprattutto dopo l’approvazione della manovra 2024 che è stata varata negli scorsi giorni dal Consiglio dei ministri. Una manovra “molto seria, molto realistica, che non disperde risorse ma le concentra su alcune grandi priorità”, aveva detto Giorgia Meloni in conferenza stampa dopo il Consiglio dei ministri, che ammonta a 24 miliardi di euro. Sempre nel corso della conferenza stampa, la presidente del Consiglio aveva accennato alla richiesta fatta alla maggioranza parlamentare di evitare, nel passaggio in Parlamento, di presentare emendamenti. La maggioranza, ha sottolineato Schelin, è “in sofferenza, perché sa che per la prima volta in democrazia il governo ha detto ai suoi deputati e senatori che non possono presentare nemmeno un emendamento sulla manovra”, per questo la segretaria dem ha “offerto asilo politico ai colleghi di maggioranza che vorranno passare degli emendamenti all’opposizione, perché l’opposizione”, assicura, non ha nessuna intenzione di rinunciare”, sebbene non ci siano ancora state adesioni in tal senso.
Una preoccupazione non da poco è, per Schlein, la situazione del Sistema sanitario nazionale. “Siamo preoccupati per i tagli sulla sanità. Nella Nadef tagliavano miliardi rispetto al passato. Occorre tenere conto dell’inflazione che si concretizza in un taglio del 4,1%”. Un tema, quello della Sanità, su cui il Pd si sta battendo con forza. Quando il governo sostiene che nella manovra ci sono 3 miliardi in più sulla sanità pubblica fa “il gioco delle tre carte”, “da questo punto di vista Giorgia Meloni è una prestigiatrice”. Fa un passo indietro, la leader dem: “Loro avevano fatto” una Nadef “nella quale tagliavano due miliardi rispetto all’anno precedente, poi si sono affrettati a dire che ne avrebbero messi tre in più. In sostanza sarà 1 miliardo in più rispetto a quest’anno, ma se non teniamo conto dell’inflazione e dei costi in più per l’energia delle strutture sanitarie non si capisce che in realtà c’è un taglio del 4,1%, cioè 5-6 miliardi in meno”. Al contrario, servirebbe “molto più investimento sulla sanità pubblica”, ha aggiunto. “Siamo preoccupati per i tagli alla sanità pubblica perché le liste di attesa si sono già allungate tantissimo”, ha concluso.
Altro cavallo di battaglia, quello del salario minimo. La segretaria dem si è chiesta per quale ragione la maggioranza abbia voluto rimandare la discussione: “Negli altri Paesi, come la Germania, ha contribuito ad alzare gli altri salari. La nostra proposta è molto popolare tra chi ha votato per la destra, quindi la maggioranza è in imbarazzo”. E poi il Mes, la cui ratifica è ancora ferma da parte del governo italiano: “Meloni non fa bene a non ratificare il Mes, è una questione di credibilità, poiché può compromettere anche altri paesi. Ratificare il Mes non significa necessariamente attivarlo”.
Eppure, sullo sciopero generale Schlein non si espone: “È il sindacato che deve stabilirlo naturalmente”.