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Dal Tap ai rigassificatori, come si fortifica la strategia italiana sull’energia

In attesa del piano Mattei l’Italia si specchia nelle sue potenzialità alla voce gas e mare nostrum. Descalzi: “Le tensioni non cambiano i nostri progetti in Algeria”. Pichetto: “Ravenna crocevia energetico, tra gasdotto adriatico, rigassificatore in arrivo, eolico offshore e fotovoltaico”. Tajani: “L’Italia vuole essere hub energetico nel Mediterraneo”

Le strategie energetiche italiane, in attesa del piano Mattei, possono contare su uno zoccolo duro di azioni già avviate lo scorso anno, che permettono non solo di guardare con fiducia al breve-medio periodo, ma di programmare progetti e partnership. Un assunto che, all’indomani della guerra a Gaza, assume ancora più rilevanza dal momento che si colloca nel medesimo scenario analitico pre e post guerra in Ucraina. Ma con una differenza sostanziale: l’Italia nel mezzo della crisi energetica post invasione russa è stata rapida nell’immaginare contromisure adeguate.

Medio oriente

L’occasione è la tavola rotonda Med Energy di Ravenna, a cui hanno preso parte tutti i soggetti coinvolti nelle riflessioni di carattere energetico che toccano l’Italia. È emerso non solo che le tensioni in Medio Oriente non impattano sulle iniziative italiane in Tunisia, ma che Eni può vantare una poliedricità tale che le consente di andare anche oltre: “Noi non facciamo solo gas – ha spiegato l’amministratore delegato Claudio Descalzi – ma stiamo sviluppando nuove tecnologie e anche la possibilità di sviluppare elettricità da trasportare attraverso elettrodotti in Europa. Quindi abbiamo passato in rassegna un po’ tutte queste attività, non ultima la cattura della CO2 e un grosso sforzo che l’Algeria sta facendo e noi insieme a loro per il monitoraggio satellitare delle fuggitive di metano per localizzarle, quantificarle e ridurle. Noi lo stiamo facendo in Egitto, in Libia, in tutti i paesi in cui lavoriamo”.

Programmi

Il cronoprogramma italiano, dunque, non cambia e si focalizza su Libia e Libano, dove Eni ragiona sulle prospettive, ma senza dimenticare il dato geografico. L’Italia è molo naturale piazzato nel Mediterraneo e può offrire tra le altre cose anche una città-simbolo come Ravenna, definita dal ministro per l’Ambiente Gilberto Pichetto Fratin “un crocevia energetico, tra gasdotto adriatico, rigassificatore in arrivo, eolico offshore e fotovoltaico”. Il riferimento è al cosiddetto veicolo energetico che secondo il ministro “può essere uno degli elementi di compensazione nel trovare percorsi di decarbonizzazione a livello mondiale e per intervenire in aiuto delle realtà più arretrate”. Tutti sono consapevoli che il quadro è completamente cambiato, e non solo per i nuovi o vecchi conflitti, ma proprio per il ruolo dell’Italia.

Il ruolo dell’Italia

Roma è centrale nel Mediterraneo alla voce energia, è il ragionamento di Pichetto, dal momento che Piombino e Ravanna si sommano ad un’azione di diversificazione iniziata con il gasdotto Tap in grado di garantire 10 miliardi di metri cubi, all’apporto di Algeria e Libia, e alla possibilità che il sud Italia possa essere coinvolto nel prossimo futuro alla voce rigassificatori. Non concerne solo il consumo nazionale, spiega il ministro, ma anche l’esportazione e annuncia contatti già avviati con Austria e Baviera.

Ma non è tutto, perché il ruolo dell’Italia tocca anche l’Africa, come ha osservato il ministro degli esteri, Antonio Tajani: “L’Italia è pronta a essere uno snodo energetico nel Mediterraneo e l’Africa è una priorità. Il governo vuole affrontare le prossime sfide energetiche rafforzando il gioco di squadra con le nostre imprese”. Un tema, quello della collaborazione tra paesi, che secondo il ministro delle infrastrutture, Matteo Salvini, è centrale in quanto “non ha bisogno di ideologie ed è necessario liberarlo da incrostazioni ideologiche”. Non è possibile poter fare a meno del gas e dei combustili fossili, “sarebbe una sciocchezza”, ha aggiunto Salvini.

Un passo significativo in questo senso sarà rappresentato dal Piano Mattei, che secondo Tajani dovrebbe essere parte di un grande Piano Marshall a livello europeo per risolvere anche il problema dell’immigrazione. “È interesse comune poter lavorare affinché con le fonti energetiche: il vero cambio della politica estera è guardare all’Africa con mentalità africana e non mentalità europea e scrivere progetti insieme”.



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