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Chi vuole comprare Blackberry

Solo qualche giorno fa Bert Nordberg, membro del consiglio di amministrazione di BlackBerry, sfoderava una buona dose di ottimismo: l’azienda “ha ancora sufficienti fondi e nessun debito per scegliere le prossime mosse con calma”, dichiarava in un’intervista al Wall Street Journal. Calma che evidentemente deve essere venuta a mancare dopo aver udito la notizia degli ultimi giorni sull’acquisizione della divisione telefonia di Nokia ad opera di Microsoft.

Nordberg, ex presidente di Sony Ericsson, da febbraio è tra i componenti del comitato straordinario istituito il 12 agosto cui è stato affidato il compito di trovare una via d’uscita per il difficile momento dell’azienda canadese. Tra le proposte presentate dal comitato di Rim configurano possibili partnership e joint venture con operatori e giganti della produzione, lo scorporo del suo servizio di messaggistica BlackBerry Messenger (BBM) in una controllata, dal nome BBM Inc, non escludendo mai la vendita dell’azienda.

I contendenti

L’ultima mossa del gigante di Redmont deve aver messo sotto pressione il board di Blackberry che pare abbia spinto l’acceleratore su un processo di vendita anche parziale. La correlazione tra i due eventi viene ipotizzata dal Wsj secondo il quale la ricerca di soluzioni alternative da parte del management potrebbe già chiudersi a novembre.

Secondo il quotidiano finanziario americano ad essere interessati all’acquisizione di Rim sarebbero operatori finanziari canadesi e americani (Canada pension plan investment board e Bain Capital), anche se tra i possibili contendenti in lizza per aggiudicarsi l’azienda nord americana ci sarebbe soprattutto il gigante dei computer cinese Lenovo che punterebbe così dritto alla contesa con i big del settore, Apple e Samsung, seguiti a distanza da Microsoft e da Google. L’azienda cinese non è dopotutto estranea ad acquisizioni miliardarie di brand in difficoltà avendo rilevato nel 2005 la divisione pc di Ibm, proprietaria del brand ThinkPad, per 1,25 miliardi di dollari.

E’ scemato invece l’interesse di Huawei, che si è smarcata dai potenziali acquirenti: “Non abbiamo considerato una possibile acquisizione, vogliamo puntare sui nostri asset”, ha dichiarato Chen Lifang, membro del board del colosso cinese delle tlc, confermando la centralità del sistema operativo Android.

Se le indiscrezioni dovessero trovare conferma il Nord America si sarà visto sfilare in pochi mesi i due principali marchi di cellulari, primo tra i due Motorola a favore di Google.


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