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Putin e l’ultradestra, convergenze fin troppo parallele

Probabilmente quella in cui viviamo è un’epoca in cui non è lecito scandalizzarsi più per nessun motivo.

E può anche darsi che ognuno, come suo diritto, si senta libero di manifestare la propria libertà di espressione come meglio crede nell’ambito dei confini tracciati dalla Carta costituzionale.

Eppure non può che indurre a riflessione la serie di manifesti con cui un movimento politico di ultradestra ha tappezzato oggi Roma per sbandierare “piena consonanza” con Vladimir Putin “sul no alla propaganda omosessuale e alle adozioni da parte delle coppie gay ma anche sul no all’intervento militare in Siria”.

Manifesti di cui il Comune di Roma ha disposto la rimozione anche dopo l’invito fatto dalle associazioni omosessuali. Al di là di frizioni etico-moralistiche, la campagna del Fronte Nazionale nasconde però un dato ancora più allarmante.

Dietro il messaggio in apparenza banale e povero del movimento, si cela il solito antiamericanismo ideologico e asfittico che pensavamo di esserci lasciati alle spalle con la caduta del Muro di Berlino e che viene invece puntualmente riproposto sotto spoglie diverse.

Forse l’ambasciatura russa a Roma, sicuramente ben più attenta e rispettosa della campagna di affissioni organizzata da questo poco autorevole partito di ultradestra, considerata anche la caduta di stile e una possibile perdità di credibilità, potrebbe ponderare una eventuale presa di posizione per selezionare al meglio i movimenti politici extraparlamentari che si vantano di essere, di fatto, suoi alleati.

E poi, se questa “cortina di ferro” per i militanti del Fronte Nazionale non è mai caduta, che ci fa un partito di ispirazione fascista a braccetto con gli ex comunisti?

Compagno Putin, se ci sei batti un colpo e “cambia strada” a queste convergenze fin troppo “parallele”.

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