Il ministro dell’ambiente offre la visione del governo sul dossier energetico: non solo a breve il decreto aiuti agli energivori, ma in generale una più ampia strategia tarata su modelli diversi. Sicilia capofila nell’economia del futuro che arriva dal sole, dal vento e dall’idrogeno
Sole, vento, idrogeno e nucleare. Questa la strada maestra da imboccare per offrire all’Italia una prospettiva di lungo periodo nel dossier energetico, che vada al di là dell’emergenza gas legata alle guerre e alle crisi geopolitiche, ma che abbracci idealmente imprese, cittadini e infrastrutture. Lo ha spiegato nei dettagli il ministro dell’ambiente e della sicurezza energetica, Gilberto Pichetto, sottolineando che è il paradigma che deve cambiare prima di cambiare le misure da attuare.
Energivori
Dal 1 gennaio 2024 sono previsti alcuni sostegni alle imprese energivore, nello specifico quelle che hanno un consumo di energia elettrica non inferiore a 1 GWh all’anno. L’Unione europea ha modificato le linee guida sugli aiuti di Stato a scopi ambientali, per questa ragione il governo ha dovuto aggiornare la normativa italiana adeguandola a quella europea. Entrando nel merito, il decreto prevede che gli oneri diminuiscono se l’impresa provvede almeno il 50% del proprio consumo di energia elettrica da fonti a zero emissioni: per cui tali oneri vengono stabiliti nella misura del minor valore fra una percentuale variabile dal 15 all’80% degli oneri per il sostegno delle fonti rinnovabili, e una percentuale fra lo 0,5 e il 3,5% del valore aggiunto lordo dell’impresa. Secondo il ministro a giorni vedrà la luce il decreto aiuti al sistema degli energivori, strumento “con cui cercheremo di guardare avanti dando un aiuto al sistema degli energivori”.
Transizione e nuovi paradigmi
Ma il governo ha immaginato una strategia che sia fondata su una progettualità, prima che su interventi ad hoc come il decreto già citato e Pichetto lo ha spiegato mettendo l’accento sul ruolo del cittadino-produttore-consumatore di energia che diventa esempio di un nuovo paradigma concettuale. ”Non vinceremo le sfide della transizione energetica e di quella ecologica se non saranno accompagnate dalla loro gemella, la transizione digitale. Per sua stessa natura, il passaggio verso un modo diverso, più sostenibile, di produrre e consumare l’energia richiede un vero e proprio cambiamento di paradigma”.
Il riferimento è alla nuova idea di rete elettrica, caratterizzata da una pluralità di punti di produzione, “non più centralizzata in grandi impianti ma polverizzata in migliaia di case e aziende, dove troviamo la nuova figura del cittadino produttore-consumatore”.
Un obiettivo che sarà possibile raggiungere con il sostegno di apparati digitali tra loro interconnessi in una rete informatica, che governi i processi garantendo tanto l’efficienza tecnica quanto la cybersicurezza. “Sfida, quest’ultima, comune a entrambe le realtà, sostenibilità e digitalizzazione, così come lo è quella dell’approvvigionamento delle materie prime critiche, essenziali in entrambi i campi”, ha aggiunto il ministro.
Transizione uguale occasione: il nucleare
La transizione, nelle intenzioni del governo, è prospettiva ricca di complessità ma anche di eccezionali opportunità, “che siamo ben intenzionati a cogliere nell’interesse esclusivo del Paese”. La traccia seguita è quella relativa agli investimenti del Pnrr che offre concretezza e mezzi al passaggio trasformativo. Per questa ragione assicura che il provvedimento su eolico e offshore è in rampa di lancio, proprio al fine di strutturare l’Italia come Paese primo sul fronte della decarbonizzazione”.
Al bando gli eccessivi ideologismi, però, al momento che solo con il fotovoltaico non si potrà sorreggere la produzione della ceramica, del vetro, le cartiere, l’acciaio: “Dobbiamo trovare dei percorsi diversi con modelli energetici diversi”. Il cronoprogramma di qui al 2030 prevede senza dubbio una crescita grazie a rinnovabili come geotermico, idroelettrico, eolico offshore e fotovoltaico ma Pichetto annuncia che per dare continuità e neutralità, il futuro è l’energia nucleare.
Appare evidente che, alla luce dell’impegno di limitare l’aumento della temperatura terrestre di un grado nel 2030, occorrerà imboccare una strada nuova che inglobi le energie rinnovabili all’interno delle opportunità per il paese, ha spiegato, ma soprattutto per la Sicilia visto il ruolo che occupa. Ovvero diventare capofila nell’economia del futuro che arriva dal sole, dal vento e dall’idrogeno.