I ministri della Difesa di Italia, Giappone e Regno Unito, Guido Crosetto, Minoru Kihara e Grant Shapps, dovrebbero incontrarsi a metà dicembre nella capitale nipponica per dar vita al consorzio che si occuperà di gestire e guidare lo sviluppo del caccia di sesta generazione Gcap
Italia, Regno Unito e Giappone si preparano a incontrarsi a Tokyo nella seconda metà di dicembre, con l’obiettivo di strutturare i propri programmi per lo sviluppo del caccia di sesta generazione, nell’ambito del Global combat air programme. La conferma sul periodo sembra arrivare direttamente dal Paese del Sol Levante, ma l’impegno a incontrarsi nella capitale giapponese per la definizione del trattato per avviare l’iter parlamentare era già stato anticipato nel corso dell’ultimo vertice trilaterale tenutosi a Roma tra Guido Crosetto, ministro della Difesa italiano, al termine dell’incontro con Grant Shapps, segretario alla Difesa britannico, e Yoshiaki Wada, consigliere speciale del ministro della Difesa giapponese. Nell’incontro di dicembre, invece, ad accogliere Crosetto e Shapps dovrebbe essere direttamente il ministro della Difesa, Minoru Kihara.
Un consorzio per il Gcap
Insieme i tre dovranno coordinare la nascita dell’entità, con ogni probabilità basato nel Regno Unito, che dovrà occuparsi dello sviluppo vero e proprio del caccia e che dovrà guidare e mantenere in linea i progressi verso l’obiettivo di mettere in volo un sistema nel 2035. L’idea di questa nuova struttura arriva direttamente da quanto stabilito da Regno Unito, Italia, Germania e Spagna per lo sviluppo coordinato dell’Eurofighter, un programma il cui successo vuole essere adesso replicato anche per il Gcap. Sotto la supervisione di questo nuovo ente, le aziende leader del progetto (l’italiana Leonardo, la giapponese Mitsubishi Heavy Industries e la britannica BAE Systems) dovranno procedere allo sviluppo del primo design entro il 2027.
Le manovre di Tokyo
Nel frattempo, il governo giapponese sta chiedendo alla Dieta, il Parlamento nipponico, l’approvazione per la nascita e la gestione di questo nuovo ente per il Gcap nel corso del prossimo anno. L’obiettivo è assicurare i quattro miliardi di yen (circa 26 milioni di euro) parte della quota che il Giappone dovrà versare per garantire il funzionamento del nuovo organismo. Inoltre, l’esecutivo di Fumio Kishida è impegnato nelle negoziazioni con i legislatori relativamente alle rigide regole del Paese per quanto riguarda le leggi che regolano le esportazioni e i trasferimenti di materiali di Difesa, basate sulla Costituzione rigidamente pacifista dello Stato giapponese. Un prerequisito alla successiva possibilità di commercializzazione sul mercato del Gcap stesso.
Il Gcap
Il progetto del Global combat air programme è destinato a sostituire i circa novanta caccia F-2 giapponesi e gli oltre duecento Eurofighter britannici e italiani, e prevede lo sviluppo di un sistema di combattimento aereo integrato, nel quale la piattaforma principale, l’aereo più propriamente inteso, provvisto di pilota umano, è al centro di una rete di velivoli a pilotaggio remoto con ruoli e compiti diversi, dalla ricognizione, al sostegno al combattimento, controllati dal nodo centrale e inseriti in un ecosistema capace di moltiplicare l’efficacia del sistema stesso. L’intero pacchetto capacitivo è poi inserito all’intero nella dimensione all-domain, in grado, cioè di comunicare efficacemente e in tempo reale con gli altri dispositivi militari di terra, mare, aria, spazio e cyber. Questa integrazione consentirà al jet di essere fin dalla sua concezione progettato per coordinarsi con tutti gli altri assetti militari schierabili, consentendo ai decisori di possedere un’immagine completa e costantemente aggiornata dell’area di operazioni, con un effetto moltiplicatore delle capacità di analisi dello scenario e sulle opzioni decisionali in risposta al mutare degli eventi.
Il programma congiunto
L’avvio del programma risale a dicembre dell’anno scorso, quando i governi di Roma, Londra e Tokyo hanno concordato di sviluppare insieme una piattaforma di combattimento aerea di nuova generazione entro il 2035. Nella nota comune, i capi del governo dei tre Paesi sottolinearono in particolare il rispettivo impegno a sostenere l’ordine internazionale libero e aperto basato sulle regole, a difesa della democrazia, per cui è necessario istituire “forti partenariati di difesa e di sicurezza, sostenuti e rafforzati da una capacità di deterrenza credibile”. Grazie al progetto, Roma, Londra e Tokyo puntano ad accelerare le proprie capacità militari avanzate e il vantaggio tecnologico.