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Al via i Piani nazionali per l’occupazione

I Paesi dell´Ue dovranno stabilire dei “Piani nazionali per l´occupazione”, sottoposti al monitoraggio rafforzato da parte dell´Ue nel quadro del “semestre europeo” (la sorveglianza multilaterale dei bilanci degli Stati membri prima dell´approvazione parlamentare), mentre i fondi comunitari di coesione non ancora impegnati saranno riprogrammati a favore di iniziative per dare formazione e lavoro ai giovani. Lo prevede la dichiarazione sulla crescita e l´occupazione approvata (senza la Svezia) lunedì in tarda serata dal vertice informale dell´Ue a Bruxelles.
 
Secondo il piano Ue, “misure che taglino i costi non salariali del lavoro, come la riduzione del “cuneo fiscale”, possono avere un forte impatto sulla domanda di manodopera riguardante “lavoratori giovani e poco qualificati”. Inoltre, prosegue la bozza, “ridurre la segmentazione del mercato del lavoro può contribuire molto a fornire opportunità di occupazione ai giovani”.
 
L´obiettivo più concreto del piano, di cui però resta da verificare la praticabilità reale, è quello secondo cui i giovani dovrebbero “ricevere, entro alcuni mesi dal completamento del percorso scolastico, un´offerta di un posto di lavoro di buona qualità, il proseguimento degli studi, un apprendistato o una formazione professionale”.
 
Più in generale, secondo la dichiarazione, andrebbero “aumentati sostanzialmente” gli stage e le occasioni di apprendistato per i giovani, in cooperazione con le parti sociali “integrandoli, quando è possibile, nei programmi d´istruzione”.
Andrebbe anche incoraggiata la mobilità transfrontaliera dei giovani e dovrebbero essere aperti ulteriormente i settori economici protetti, “eliminando le restrizioni ingiustificate nei servizi professionali e nel commercio al dettaglio”.
 
In Italia, come in altri sette Stati membri con alti tassi di disoccupazione giovanile, un team congiunto di esperti della Commissione Ue, delle amministrazioni nazionali e delle parti sociali, avrà il compito di riprogrammare a favore dell´occupazione o la formazione dei giovani i finanziamenti non ancora spesi dei Fondi strutturali comunitari. I finanziamenti residui del periodo 2007-2013 da riprogrammare per l´Italia ammontano a circa 8 miliardi di euro.


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