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L’intelligenza artigiana la via per il futuro. Granelli all’assemblea di Confartigianato

Il valore delle imprese per le comunità, la sostenibilità e l’impegno del sistema artigiano per il Made in Italy. L’esigenza di creare un ambiente favorevole al mondo produttivo, le sfide del Pnrr e l’impegno per la formazione dei giovani da inserire nel mondo del lavoro. Tanti i temi affrontati dal presidente di Confartigianato nel corso dell’assemblea annuale. I saluti di Meloni e Tajani, l’intervento di Fitto e l’esortazione del cardinale Zuppi a essere “artigiani di pace”

“Dobbiamo essere artigiani di pace”. Muove le mani, disegna spazi nel vuoto e costruisce idealmente una responsabilità che ha la dimensione collettiva. Il cardinale Matteo Maria Zuppi, presidente della Conferenza episcopale italiana, risponde così, incalzato dalla giornalista Monica Maggioni, nel dibattito che ha concluso l’assemblea annuale di Confartigianato proponendo la sua visione di ampio respiro sulle questioni globali e in particolare sui principali conflitti in corso.

L’auditorium della Conciliazione è silenzioso e attento. Dal palco sono arrivate tantissime sollecitazioni. E a tracciare la rotta è il capitano della nave Confartigianato, il presidente Marco Granelli. Il leitmotiv della relazione di quest’anno è l’utilizzo dell’“intelligenza artigiana per costruire il futuro sostenibile del made in Italy”.

Sì perché, rimarca Granelli, “la piccola impresa è sostenibile per definizione, attenta più di ogni altra a salvaguardare il territorio in cui opera, a ridurre gli sprechi e a valorizzare le relazioni con le comunità”. Comunità. È una parola che riecheggia spesso in sala. Il binomio è presto fatto: impresa artigiana, comunità. In un passaggio del suo intervento il cardinale Zuppi sostiene che le imprese sono “l’espressione del territorio in cui sono inserite”.

Una visione cara all’associazione e che corrobora la visione del presidente nazionale. “Siamo i rappresentanti – così Granelli – di un vero e proprio ecosistema produttivo territoriale, che incorpora potenzialmente tutti i fattori di successo per una dimensione sostenibile dello sviluppo e dell’organizzazione del mercato. È così che l’Italia è diventata grande e non dobbiamo scordarlo proprio ora, scossi da venti e tempeste di ogni tipo”.

E qui arriva il passaggio pregnante sull’intelligenza artigiana “che ci aiuta a costruire un modello di sviluppo economico e sociale sostenibile e a misura d’uomo, ricco della creatività e delle competenze inimitabili delle piccole imprese italiane”.

Un patrimonio incommensurabile che lo Stato ha il dovere “di favorire” e a cui “deve dare risposte concrete”. La voce è quella del presidente del Consiglio, Giorgia Meloni che nel suo videomessaggio ricorda gli impegni dell’esecutivo sul versante produttivo e non solo.

Dalla riforma fiscale, passando per il taglio al cuneo, finendo con le agevolazioni per le attività che assumono giovani, madri o ex percettori del reddito di cittadinanza. Un passaggio sul processo di riforma istituzionale è una risposta all’esigenza di “stabilità per programmare e poter essere competitivi”, rimarcata da Granelli.

“Penso sia giusto parlare agli artigiani di riforma istituzionale – premette Meloni -. Perché l’orientamento che ha questo governo è chiaro: garantire stabilità agli esecutivi. E, per le imprese, la stabilità è sinonimo di programmazione e di investimenti. Insomma, garantire stabilità è la più potente misura economica per le imprese italiane”.

Parole di sostegno al mondo dell’artigianato e delle pmi arriva anche dal vicepremier e ministro degli Esteri, Antonio Tajani che nel suo video messaggio assicura il “pieno appoggio del governo” al sistema produttivo, riconoscendo che “le piccole e medie imprese artigiane sono la spina dorsale del tessuto produttivo italiano”.

Sono diversi, nel corso del suo intervento, i riferimenti che Granelli fa al lavoro del governo, riconoscendo “l’impegno per riformare il contesto in cui si muovono le imprese, sui fronti del fisco e della burocrazia (che ci costa 16,8 miliardi di mancata crescita), per cercare un equilibrio anche con la manovra economica tra le scelte di rigore e le regole di bilancio europee e le opzioni per la crescita, per dare attuazione al Pnrr”.

Temi, questi ultimi, sui quali è il ministro per gli Affari Europei, le Politiche di Coesione e il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, Raffaele Fitto a fare chiarezza, prendendo la parola dal palco.

“Siamo reduci in questi giorni da una legge finanziaria che definisco seria e responsabile – scandisce Fitto – non soltanto perché ha accolto i giudizi positivi di tutte le principali agenzie di rating, dei mercati e delle istituzioni europee, ma anche perché è una Finanziaria che dà l’idea di ricollegarsi al tema della stabilità che rappresenta un punto di forza fondamentale per il Paese indipendentemente da chi governa”.

Sulla revisione del Patto di Stabilità e sul Pnrr, il rappresentante del governo è molto chiaro. “Il nostro obiettivo – spiega – è quello di ottenere una flessibilità nell’uso delle risorse esistenti e assegnate al nostro paese, del piano nazionale di ripresa e resilienza e per la politica di coesione, e soprattutto una visione completa d’insieme che possa immaginare soluzioni ai problemi strutturali del nostro Paese. Sono fiducioso che, entro il termine di quest’anno, e già a partire dai prossimi giorni, il nostro Paese potrà incassare la quarta rata del Pnrr, potrà concordare con la Commissione europea l’intera revisione del Piano e potrà puntare entro la fine dell’anno a raggiungere gli obiettivi modificati della quinta rata”.

Per il sistema delle imprese artigiane, il Pnrr rappresenta un’opportunità straordinaria. “Crediamo – riprende Granelli – che si debba puntare sulla piena realizzazione delle opere, ma valorizzando i territori, gli enti locali, le iniziativa a chilometro zero, che diano alle comunità locali un significativo progresso”.

Centrale, nell’intervento di Granelli, anche il tema della formazione dei giovani, per i quali occorre finanziare percorsi formativi dedicati, perché “le nostre imprese possono creare lavoro, ma mancano i lavoratori”. “Siamo alla ricerca del talento perduto – così il presidente – : la carenza di manodopera ci sottrae 10,2 miliardi di valore aggiunto. E nel frattempo un milione e mezzo di giovani non si offrono sul mercato del lavoro”.

Il suggello alla giornata arriva dal Quirinale, con il messaggio del Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella. “La tutela che la Repubblica accorda all’artigianato e al suo sviluppo – così Mattarella – è una previsione costituzionale di permanente attualità e rilievo. Il settore delle piccole e medie imprese si è confermato, anche nelle recenti crisi, un elemento di positiva elasticità dell’economia del Paese, prima porta di ingresso dei giovani nel mondo del lavoro”.

“L’artigianato – conclude Mattarella – rappresenta sempre più una significativa forma di iniziativa imprenditoriale giovanile ed è un fattore determinante per la valorizzazione dei borghi e delle economie locali, per contenere i fenomeni di spopolamento a cui sono soggetti”.

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