Il progetto pensato dal Cnr di Catania, “avrà ripercussioni significative, consolidando il ruolo italiano nella ricerca e nello sviluppo di tecnologie microchip di ultima generazione”, spiega il Mimit
L’Italia si candida come protagonista nel campo della ricerca avanzata sui microchip, ottenendo l’inclusione di una quarta “Linea Pilota” nei bandi europei di dicembre 2023. Queste linee pilota rappresentano mini-fabbriche di ricerca per microchip avanzati, cruciali per il mantenimento del vantaggio tecnologico e competitivo europeo. Uno degli elementi cruciali della competizione tra potenze.
In collaborazione con Polonia, Finlandia, Svezia e 11 aziende globali, Roma partecipa a questa sfida attraverso il progetto di una nuova linea specializzata nei materiali moderni. Il candidato designato è il Cnr di Catania (Imm), riconosciuto per la sua esperienza negli studi sui materiali semiconduttori come il carburo di silicio e il nitruro di gallio.
Il quarto bando, ottenuto grazie a sforzi diplomatici condotti dal Mimit, guidato dal ministro Adolfo Urso, prevede fondi europei di 180 milioni di euro, che potrebbero salire a 420 milioni con i contributi statali e delle imprese coinvolte. Questi fondi, di cui 220 milioni destinati alla struttura di Catania, promettono un impatto significativo sull’economia e sull’occupazione, non solo per la città siciliana ma per l’intero Paese. Ma soprattutto porterebbero l’Italia all’avanguardia sulle nuove tecnologie.
I bandi europei includono finanziamenti per tecnologie sub-2 nanometri, chips ad alta efficienza energetica. L’Italia si posiziona in modo favorevole, anticipando la possibile vittoria del quarto bando, che porterebbe alla costruzione del centro di ricerca con il CNR e la cordata delle 11 aziende globali a partire dal 2025.
Un successo in questa sfida, spiega il ministero di Urso, “avrà ripercussioni significative, consolidando il ruolo italiano nella ricerca e nello sviluppo di tecnologie microchip di ultima generazione”.
Da tempo il governo italiano sta cercando di trovare uno spazio per collocarsi all’interno di certe catene di produzione e approvvigionamento che segneranno il futuro dell’umanità e dunque quello della competizione globale.