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Una guida pubblica per l’IA. L’idea di Frattasi al National security hub

Il direttore generale dell’Agenzia per la cybersicurezza nazionale ha richiamato il summit di un mese fa a Bletchley Park, nel Regno Unito. Ma dipende dai settori di applicazione: serve una risposta regolatoria che tenga conto delle peculiarità degli ambiti, ha spiegato

È “imprescindibile” che l’Intelligenza artificiale abbia un guida pubblica, come affermato nel corso del summit di un mese fa a Bletchley Park, nel Regno Unito. A spiegarlo è stato il prefetto Bruno Frattasi, direttore generale dell’Agenzia per la cybersicurezza nazionale, intervenuto ieri al lancio di National Security Hub. Ciò, però, dipende dai settori di applicazione, ha evidenziato Frattasi: “Non tutti hanno la stessa delicatezza” e serve “una risposta regolatoria” che tenga conto delle peculiarità degli ambiti.

Il progetto

National Security Hub nasce come luogo di discussione in cui rappresentanti istituzionali, del mondo della difesa, diplomatici, accademici e manager affrontano i temi più rilevanti riguardanti la sicurezza nazionale e internazionale. L’evento è stato patrocinato dalla rappresentanza in Italia della Commissione europea, dal ministero della Difesa, dal ministero dell’Interno, dall’Agenzia per la cybersicurezza nazionale e dalla Rai. Ed è stato supportato da Gruppo Ferrovie dello Stato Italiane, Fincantieri, Jaguar Land Rover e Cybersecurity Italy Foundation.

Le parole di Gabrielli (Polizia Postale)

“Queste occasioni ci permettono di assumere le strategie più proficue per quanto riguarda l’assetto della sicurezza nazionale in materia cibernetica”, ha dichiarato Ivano Gabrielli, direttore della Polizia Postale. “In questo momento, è necessario che il mondo delle istituzioni e dei privati dialoghino. L’assetto istituzionale è necessario che preveda delle componenti che si occupino della cyber-sicurezza, a partire dall’Agenzia per la cybersicurezza nazionale, la Polizia postale, il comparto Intelligence e la Difesa. Sono queste quattro componenti che garantiscono la sicurezza cibernetica del Paese, in questo momento è necessario avere un confronto tra queste a livello istituzionale e non solo”, ha aggiunto.

Il dibattito

Il dibattito, moderato da  Barbara Carfagna, giornalista Rai, si è in tre panel tematici sui temi di: educazione alla cybersicurezza e le piccole e medie imprese nell’era digitale; implementazione dell’Intelligenza artificiale nel comparto della difesa nazionale; ransomware, minacce ibride ed equilibri geopolitici. Sono interventi, tra gli altri: Stefania Craxi, presidente della commissione Affari esteri e Difesa del Senato; il senatore Roberto Menia, vicepresidente della stessa commissione; Paolo Atzeni, direttore della struttura di missione per lo sviluppo di capacità e competenze dell’Agenzia per la cybersicurezza nazionale; Daniele Alì, Senior Vice President Cyber Security di Fincantieri; il generale Antonio Mancazzo, comandante del Nucleo speciale tutela privacy e frodi tecnologiche della Guardia di Finanza; il tenente colonnello Vincenzo Ingrosso, capo ufficio Sviluppo tecnologico del comando generale dell’Arma dei Carabinieri; Matteo Macina, vicedirettore del Comitato tecnico scientifico della Cyber Security Italy Foundation; Luca Nicoletti, direttore del servizio programmi industriali, tecnologici, di ricerca e formazione dell’Agenzia per la cybersicurezza nazionale; Cosimo Accoto, Tech Philosopher, Research Affiliate & Fellow (MIT), Adjunct Professor (UNIMORE), Startup Advisor & Instructor; Luciano Violante, presidente della Fondazione Leonardo; Gianluca Galasso, direttore del servizio operazioni dell’Agenzia per la cybersicurezza nazionale; Francesco Morelli, Head of Cyber & Information Security del Gruppo FS; Maria Rosa Taddeo, Research Oxford Internet Institute; Marco Ramilli, esperto di sicurezza Informatica, specializzato in Malware Analysis e sistemi di evasione.

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