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Scherzi del mattone. Così i cinesi si scoprono più poveri

​Il collasso del mercato immobiliare sta polverizzando la ricchezza delle famiglie del Dragone, la cui maggioranza è proprietaria di un immobile. E così la crisi finanziaria si scarica sulla vita di tutti i giorni

Dalla crisi finanziaria alla crisi di un’intera classe il passo è breve se il Paese è la Cina. Che un terzo del Pil del Dragone, quello che risponde al nome di mattone, fosse ormai in pieno smottamento è noto. Così come sono noti i numerosi tentativi, fin qui falliti, del governo di rianimare il comparto immobiliare nazionale.

Ma forse qualcuno non aveva calcolato un fatto: il 70% dei cinesi è proprietario di casa. Questo significa che se un intero mercato collassa, come in effetti è avvenuto, il prezzo degli immobili si erode, facendo perdere ricchezza alle famiglie. Il discorso vale certamente per ogni economia avanzata. Ma se sette cinesi su dieci si ritrovano il proprio patrimonio deprezzato, allora a Pechino hanno un problema.

Per esempio il fatto che il crollo del mattone spazzando via la ricchezza delle famiglie, quelle appartenenti alla classe media, spina dorsale della seconda economia globale. Il calcolo è stato fatto da Bloomberg.  Al centro del declino della ricchezza familiare in Cina (i consumi nel Dragone sono depressi come non mai) c’è il tracollo immobiliare in Cina, che ha un effetto invasivo su una società in cui il 70% del patrimonio familiare è vincolato alla proprietà. Secondo Bloomberg Economics, infatti, ogni calo del 5% dei prezzi delle case spazzerà via 19mila miliardi di yuan (2,7 mila miliardi di dollari) di ricchezza immobiliare. In altre parole, la crisi del mattone sta tagliando le gambe ai cinesi.

“Quanto stiamo vedendo potrebbe essere solo l’inizio di ulteriori perdite di ricchezza nei prossimi anni”, ha affermato Eric Zhu, economista di Bloomberg Economics. “A meno che non ci sia un grande mercato rialzista, è improbabile che piccoli guadagni nella ricchezza finanziaria possano compensare le perdite nella ricchezza immobiliare”.

Sempre secondo Bloomberg Economics, il valore del settore immobiliare cinese potrebbe ridursi a circa il 16% del Prodotto interno lordo cinese entro il 2026, rispetto all’attuale 20% del Pil. Ciò metterebbe circa 5 milioni di persone, ovvero circa l’1% della forza lavoro urbana, a rischio di disoccupazione o di riduzione del reddito. E non è certo un caso se il patrimonio netto per adulto in Cina sia sceso del 2,2% a 75 mila dollari nel 2022, mentre il patrimonio totale per adulto è diminuito per la prima volta dal 2000 proprio a causa delle difficoltà del mercato immobiliare.

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