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Telefonata Crosetto-Austin per coordinare Italia-Usa (anche) sul Mar Rosso

Nella telefonata tra Austin e Crosetto si è parlato di regole e gestione di Prosperity Guardian. Washington ringrazia l’Italia per l’impegno e la prontezza dimostrata

Lloyd Austin era in movimento dalla sede della Quinta Flotta, in Bahrein, alla base che ospita il Central Command, in Qatar, quando ha telefonato questa mattina al ministro della Difesa Guido Crosetto. Il capo del Pentagono ha ringraziato l’omologo per la pronta adesione dell’Italia all’operazione di sicurezza marittima nel Mar Rosso — dove l’Italia invierà una nave e dove gli Usa hanno lanciato Operation Prosperity Guardian.

Washington, fanno sapere fonti statunitense, non aveva dubbi sulla presenza italiana ed è “contenta”. L’Italia ha condannato l’attività Houthi e dato sostegno all’operazione americana; invitata a partecipare sta valutando di farne parte.

Le acque che collegano Europa e Asia sono diventate un terreno minato dai continui attacchi degli Houthi — perché il movimento yemenita usa il contesto, la guerra israeliana a Gaza, per i propri interessi, che si allineano in parte a quelli dei loro protettori, i Pasdaran. L’Italia non poteva essere assente, come ha spiegato il senatore Marco Dreosto.

Il senso dell’impegno è tutto in questa dichiarazione del ministro italiano: “È necessario aumentare la presenza nell’area al fine di creare le condizioni per la stabilizzazione, evitare disastri ecologici e prevenire, inoltre, una ripresa della spinta inflazionistica”. La geo-economia, in un momento così delicato, guida certe scelte.

Durante il colloquio con il segretario alla Difesa degli Stati Uniti è stata infatti affermata l’importanza del principio di libera navigazione, valutato l’impatto sul commercio internazionale e discusse le possibili opzioni per garantire la sicurezza delle rotte marittime al fine di prevenire ripercussioni sull’economia internazionale, con pericolose dinamiche sui prezzi delle materie prime.

“L’Italia farà la sua parte, insieme alla Comunità internazionale, per contrastare l’attività terroristica di destabilizzazione degli Houthi, che abbiamo già condannato pubblicamente, e per tutelare la prosperità del commercio e garantire la libertà di navigazione e il diritto internazionale”, ha detto Crosetto.

Per ora la Marina ci sarà con il Virginio Fasan, Fremm di ultima generazione attualmente nel Mediterraneo orientale — doppierà Suez nei prossimi giorni ed entrerà nel teatro del Mar Rosso “prima di Natale”, dicono le informazioni non ufficiali. Troverà altre unità alleate e forse in futuro — se gli Houthi non si fermeranno — arriverà anche un’altra nave italiana.

Tutto si muove sotto l’egida delle Combined Maritime Forces operative nell’area — si tratta di una serie di cinque Task Force multinazionali, composte da mezzi inviati da 39 Paesi per preservare la sicurezza di quel quadrante. L’Italia è già presente tra coloro che hanno aderito alle CMF e dunque questo alleggerisce l’iter politico-burocratico dello schieramento del Fasan — che tra l’altro da febbraio 2024 sarà l’ammiraglia dell’Operazione Atalanta, che sotto il sistema EuNavFor pattuglia il Golfo di Somalia, poco a sud dell’area bersagliata dagli Houthi.

Per far fronte a questa serie di attacchi senza precedenti, Austin, nei giorni scorsi, ha esortato i partner e alleati a unirsi alle iniziative guidate dagli Stati Uniti e ad altre iniziative internazionali e a collaborare con il Comando Centrale delle Forze Navali degli Stati Uniti (UsNavCent) e con le CMF, per ripristinare la sicurezza. Austin ha indicato la Task Force 153 della CMF, incaricata della sicurezza marittima internazionale e del rafforzamento delle capacità nel Mar Rosso, a Bab al-Mandeb e nel Golfo di Aden, come la piattaforma multilaterale esistente che potrebbe essere sfruttata per scoraggiare gli attacchi.

In una comunicazione ufficiale, il Pentagono ha ribadito che la Comunità internazionale si trova ad affrontare una sfida globale senza precedenti che richiede un’azione collettiva. Gli Stati Uniti continueranno a consultarsi e a lavorare a fianco di alleati e partner che condividono il principio fondamentale della libertà di navigazione. Prosperity Guardian è aperta a nuove adesioni, nella speranza di inglobare anche più attori mediorientali (secondo i rumors, l’Egitto potrebbe presto annunciare la sua partecipazione).

Tema di altro genere, sebbene non del tutto scollegato visto quanto certe attività rientrino anche nella protezione delle regole democratiche attaccate da attori ibridi e statali avversi all’attuale governance degli affari internazionali, è stato l’Ucraina. Oggi il Consiglio dei ministri ha approvato il decreto-legge proposto dal ministro Crosetto per prorogare di un anno le forniture di armi, mezzi ed equipaggiamenti all’Ucraina. La decisione è stata presa in coerenza con gli impegni internazionali assunti dall’Italia in sede Ue e Nato, considerando il prolungarsi del conflitto russo-ucraino e la situazione internazionale. Crosetto ha sottolineato l’importanza di essere dalla parte della libertà delle nazioni e del rispetto del diritto internazionale, e rassicurato Austin che su questa l’Italia è compatta e certa.

Il colloquio telefonico tra i due massimi funzionari della Difesa è la seconda interazione di alto livello tra Roma e Washington negli ultimi due giorni. Ieri, il segretario di Stato Antony Blinken era intervenuto con un videomessaggio alla Conferenza degli ambasciatori organizzata dalla Farnesina.



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