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Berlino non lascia, anzi raddoppia. La nuova brigata dispiegata in Lituania

Il governo tedesco ha deciso di schierare 5 mila uomini in Lituania per aumentare la resilienza delle difese di fronte a un possibile attacco russo. Segnale dell’impegno sempre più forte di Berlino in materia di sicurezza

Il committment di Berlino all’architettura difensiva europea si fa sempre più forte. Pochi giorni fa, a Vilnius, il plenipotenziario della Difesa tedesco Boris Pistorius ha firmato con il suo corrispettivo lituano Arvydas Anušauskas un accordo che prevede la creazione di una base permanente della Bundeswehr in territorio lituano e lo stanziamento di un contingente di 5.000 uomini (4.800 soldati e 200 civili), a meno di cento chilometri dal confine con la Federazione Russa. I primi elementi saranno dispiegati l’anno prossimo e l’intera brigata dovrebbe essere operativa entro il 2027.

“Con questa brigata pronta per la guerra, ci assumiamo una responsabilità di leadership qui nell’Alleanza e sul fianco orientale della Nato. La rapidità del progetto dimostra chiaramente che la Germania ha compreso la nuova realtà della sicurezza” ha dichiarato in quest’occasione Pistorius.

Sin dallo scoppio del conflitto in Ucraina nel febbraio dello scorso anno, la Germania ha iniziato un processo di revisione del suo approccio alla dimensione della sicurezza e della difesa. All’interno della “Svolta epocale” (Zeitenwende) evocata dal cancelliere Olaf Scholz nella primavera del 2022.

Tra le unità che andranno a formare la brigata schierata in Lituania vi è anche il Panzerbatallion 203, che al momento non dispone di nessuno dei carri armati Leopard II in organico: i mezzi corazzati del battaglione sono stati infatti inviati all’Ucraina per sostenere la controffensiva estiva da poco terminata. Pistorius ha assicurato che gli ordini di produzione per il rimpiazzo dei Leopard II stanno già venendo processati dalla Krauss-Maffei Weigmann, l’azienda sviluppatrice di questo modello di Main Battle Tank, e che saranno inviati direttamente sul campo una volta usciti dalla catena di montaggio; tuttavia, la decisione di dispiegare l’unità priva dei mezzi in dotazione è stata oggetto di critiche interne. Accompagnate anche da dubbi sulla sostenibilità economica di questa scelta.

Ma questi dettagli hanno una rilevanza secondaria per Berlino, che inscrive questa decisione in una più ampia visione strategica. Il governo tedesco considera l’invio in Lituania di questo contingente come un “progetto faro”, possibile apripista per altri atti simili promossi da altri partner o sempre dalla stessa Germania. La quale era già presente in territorio lituano prima ancora di questi recenti sviluppi. Berlino ha infatti il ruolo di guida del Battlegroup presente in Lituania all’interno della cornice dell’Enhanced Forward Presence dell’Alleanza Atlantica, a cui contribuiscono anche Belgio, Repubblica Ceca, Lussemburgo, Paesi Bassi, Norvegia e Stati Uniti. Questi schieramenti svolgono un ruolo deterrente in qualità tripwire force, scoraggiando eventuali atti offensivi da parte di Mosca poiché un coinvolgimento di forze straniere, per quanto quantitativamente limitate, porterebbe ad un’inevitabile escalation con la Nato

Dietro al dispiegamento del nuovo contingente tedesco vi è però una logica militarmente più incisiva sul piano operativo. La brigata prenderà infatti posizione in due diverse basi site nei pressi di Rukla, vicino alla città di Kaunas, e Rūdninkai, vicino alla capitale Vilnius. In prossimità di quello che negli ambienti strategici Nato viene chiamato il Suwalki Gap: una ristretta striscia di terra che separa la Bielorussia dall’exclave russa di Kaliningrad, la cui occupazione da parte russa permetterebbe di chiudere il collegamento terrestre tra i Paesi Baltici e il resto del continente europeo, con implicazioni estremamente rilevanti per la conduzione delle operazioni sul campo. Dalle loro basi, le unità corazzate tedesche potrebbero spostarsi rapidamente nei settori critici per sostenere la difesa contro eventuali forze russe in avanzata, nell’attesa dell’arrivo di rinforzi sostanziali da Occidente.

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